tag:blogger.com,1999:blog-31664517567636502112024-03-13T02:52:10.910+01:00Il sonno della NazionePiccolo zibaldone nazionale nell'epoca del pensiero globale.Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.comBlogger107125tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-15280723640448480062018-03-22T00:02:00.004+01:002018-03-22T00:02:44.303+01:00Sostenere il Made in Italy è razzismo? Il caso Tirrenia - Moby<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO11zmU-6Fbeoj5rq-1JVIJ4sUaLQJxi_dWHxarWhqezWJfnzW8axdzuI53xwZXIg6hKZNhaldvTehtTaY4xA7LjqsLha6qk70ywzn2UTbSne5SNTT4wlkZp2pivtZXKgtSPMZdtgOzBjB/s1600/naviga-italiano.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiO11zmU-6Fbeoj5rq-1JVIJ4sUaLQJxi_dWHxarWhqezWJfnzW8axdzuI53xwZXIg6hKZNhaldvTehtTaY4xA7LjqsLha6qk70ywzn2UTbSne5SNTT4wlkZp2pivtZXKgtSPMZdtgOzBjB/s400/naviga-italiano.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
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L'ultima crociata scema degli autorazzisti nostrani è stata proclamata alcuni giorni fa contro le compagnie di navigazione Moby e Tirrenia, del gruppo Onorato Armatori.</div>
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La colpa? <b>Una campagna pubblicitaria in cui si sottolinea che il personale delle due compagnie italiane è in larghissima parte (circa il 94%) italiano.</b></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOXmWadMVZ-zmEtuj3Aa5Ho34GKstiQV-ir3DnUFXdpLMRpuHvHWU7rJJqvpOTyTGgW3AImwXUdk9mIgbz-BrEr64EhdESb7GV6ttI-lVJSJZ2_EkXzwVz3vEaQcuRQI0ldlAMLHbesjzi/s1600/shock.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="310" data-original-width="348" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOXmWadMVZ-zmEtuj3Aa5Ho34GKstiQV-ir3DnUFXdpLMRpuHvHWU7rJJqvpOTyTGgW3AImwXUdk9mIgbz-BrEr64EhdESb7GV6ttI-lVJSJZ2_EkXzwVz3vEaQcuRQI0ldlAMLHbesjzi/s320/shock.gif" width="320" /></a></div>
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Il testo centrale della pubblicità incriminata recita: <i>“navigare italiano non è uno slogan, è un impegno: significa avere 5.000 lavoratori italiani altamente qualificati, per offrirvi un servizio sempre impeccabile. Significa riconoscere il valore e la professionalità dei nostri connazionali e portare lavoro e fiducia nei nostri porti. Significa darvi solo il meglio per trasformare il vostro viaggio in una vacanza”.</i></div>
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Decisamente troppo per le delicate orecchie degli autorazzisti!</div>
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E infatti subito è partito il canonico <i>j'accuse</i> che, oltre al solito gruppetto di intellettuali che avrebbero voluto troppissimo nascere a New York o almeno a London, ma son costretti a condividere i natali con noi bifolchi indigeni del Bel paese, ha avuto un qualche seguito anche sui social.<br />
<br />
Da par suo, parte della stampa <i>mainstream</i> ancora stordita dalla legnata elettorale si è subito lanciata sulla notizia, parlando con incredibile leggerezza di "sciovinismo", "messaggio xenofobo" e "discriminazione etnica".</div>
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Pare che per la causa <a href="http://www.wallstreetitalia.com/traghetti-moby-assume-solo-italiani-governo-protesta/" target="_blank">si sia mosso addirittura l'Unar</a>, il mitologico Ufficio Anti Discriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio, che deve evidentemente aver ormai risolto quei <a href="http://www.repubblica.it/politica/2017/02/20/news/unar_si_dimette_direttore_francesco_spano-158795892/" target="_blank">problemini in cui incappò</a> qualche tempo fa.<br />
<br />
Questa storia in realtà è molto più complessa di come viene raccontata, e la campagna pubblicitaria del gruppo Onorato è solo l'ultimo atto di un crescendo che inizia venti anni fa e intreccia leggi, concorrenza tra armatori, concorrenza al ribasso tra lavoratori, globalizzazione e sindacati.<br />
Un riassunto esauriente, in cinque parti, è stato pubblicato la scorsa settimana sul sito Stylo24 a firma di Giancarlo Tommasone:<br />
<a href="https://www.stylo24.it/inchieste/tirrenia-moby-naviga-italiano-grimaldi/" target="_blank">1a parte: Tirrenia schiera la flotta «tricolore» contro Grimaldi</a><br />
<a href="https://www.stylo24.it/inchieste/battaglia-navale-tirrenia-grimaldi-sindacati/" target="_blank">2a parte: Un mare di soldi (ai sindacati) per la battaglia navale Tirrenia - Grimaldi</a><br />
<a href="https://www.stylo24.it/inchieste/battaglia-tirrenia-grimaldi-sindacati-manning/" target="_blank">3a parte: Formazione e reclutamento dei marittimi, l'asse sindacati - manning</a><br />
<a href="https://www.stylo24.it/inchieste/tirrenia-grimaldi-torre-del-greco/" target="_blank">4a parte: Il mare? Ormai non bagna più la città di Torre del Greco</a><br />
<a href="https://www.stylo24.it/inchieste/onorato-costruzione-navi-cantieri-cinesi/" target="_blank">5a parte: Onorato predica il «navigare italiano» e poi costruisce le navi in Cina</a><br />
<br />
Lasciamo per un attimo da parte la vicenda specifica, che a mio avviso si inquadra perfettamente nel contesto della <b>guerra tra poveri innescata dalle politiche neoliberiste</b> dominanti a partire dagli anni 90 sotto la bandiera della globalizzazione, e concentriamoci sulla reazione dei benpensanti "antirazzisti".<br />
<br />
Il loro incontenibile sdegno naturalmente non riguarda lo sfruttamento economico dei marittimi di paesi meno sviluppati su navi di paesi sviluppati, né è infervorato dalle difficoltà dei lavoratori italiani che si sono visti sottrarre il posto di lavoro non per demerito, ma solo per l'irrompere sulla scena di lavoratori dalla paga assai inferiore. No, il delicato animo dei nostri eroi si inceppa su questo ragionamento: <b>"Un lavoratore italiano vale quanto uno straniero, QUINDI questa pubblicità è razzista"</b>.<br />
<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOQvtdd-EL1JVMZUTcYb40gEUw4ZoXTOnA-wAtq6LTl1x_lq9BbCD3ndOBmmTlH1jzzP1-6to0j-V3zyU3MnVHSUPWclNh9HH9Uw8UvHlj1r-5FQCilRnyq1SeNtOZF2nn8NHVFGgXziCW/s1600/pazienza.gif" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="280" data-original-width="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjOQvtdd-EL1JVMZUTcYb40gEUw4ZoXTOnA-wAtq6LTl1x_lq9BbCD3ndOBmmTlH1jzzP1-6to0j-V3zyU3MnVHSUPWclNh9HH9Uw8UvHlj1r-5FQCilRnyq1SeNtOZF2nn8NHVFGgXziCW/s1600/pazienza.gif" /></a></div>
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Ora: Supponiamo che stasera vi vada del <i>sushi</i>, e che dobbiate scegliere tra due ristoranti in cui non siete mai stati prima. Sapete solo che in uno i cuochi sono giapponesi, nell'altro molisani. Dove <b>è più probabile</b> che troviate il sushi migliore?<br />
Finché non andrete a provare, sarete orientati verso il ristorante con i cuochi giapponesi perché il sushi è un prodotto tipico del Sol Levante, un prodotto <b>Made in Japan</b>, e si suppone che in un ristorante con personale giapponese sia più probabile trovarne di qualità.<br />
Magari sbagliate, magari i cuochi molisani lo sanno preparare come neanche allo <i>Tsukiji shijō</i>, ma il fattore nazionalità sarà comunque determinante nella vostra decisione, perché dal ristorante con i cuochi giapponesi vi attendete non solo una cucina più esperta, ma anche un contesto (quindi un'esperienza) più fedele all'originale.<br />
<br />
In Italia siamo afflitti da un dilagante autolesionismo per cui tendiamo a sminuire le nostre capacità ed a sottovalutare l'opinione che all'estero hanno di noi, eppure il resto del mondo dà eccome valore a ciò che è italiano, tanto che il marchio <b>Made in Italy</b> è <a href="http://brandfinance.com/news/press-releases/immagine-valore-del-marchio-italia-e-dei-marchi-italiani-in-miglioramento/" target="_blank">stimato valere oltre 1500 miliardi di dollari</a> ed <b>è attualmente al settimo posto</b> come reputazione tra tutti i marchi d'indicazione nazionale, sopra colossi quali Giappone, Stati Uniti e Francia (Fonte: <a href="https://www.statista.com/page/Made-In-Country-Index" target="_blank">Made-In-Country Index</a>).<br />
<br />
Dobbiamo credere che i milioni di persone nel mondo che cercano ed apprezzano il Made in Italy siano razzisti? Che la loro preferenza per i nostri prodotti, il nostro stile, il nostro modo di essere sia una discriminazione verso tutti gli altri? Dobbiamo vergognarci di aver ereditato dalle generazioni passate questo incredibile tesoro immateriale?<br />
<br />
Cercare di capitalizzare il valore aggiunto dell'italianità fornendo alla clientela un'esperienza il più possibile legata ad essa non è razzismo, ma semplice buon senso. Né è possibile slegare il Made in Italy dal fattore umano che ne è parte integrante, soprattutto quando si parla di un settore come quello turistico in cui il saper far vivere la tipicità di una specifica esperienza è una delle chiavi del successo.<br />
<br />
Per uno straniero in crociera nel Mediterraneo c'è differenza tra imbarcarsi su una nave italiana con personale e stile italiano, ed imbarcarsi sulla stessa nave ma con personale di ogni dove, parlante una Babele di lingue diverse ed istruito alla meno peggio a fornire un servizio "in stile italiano".<br />
<br />
La stessa differenza che passa, ad esempio, tra gustare del Parmigiano Reggiano e del <i>Parmesan</i>.<br />
<br />
Che anche gli amanti del Parmigiano, sotto sotto, siano razzisti?<br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-24002385926117525472018-03-12T01:21:00.004+01:002018-03-12T01:21:33.665+01:00Elezioni 2018: la buriana populista<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" data-original-height="360" data-original-width="640" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYArAv-mJVZgMpLDir9RxhXJ_3jHXHnWDycN9sH2aHQ9x7rR0jD5NwPQt8CLWWwzNaCsK75AeiE3L8BLyCK-m_W3mSibHR4Si7JqhGjduZrCQo6HJIfCB32UIDGrY4jOSDLuDfFHol99-D/s400/buriana.jpg" width="400" /></div>
<br />
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Questo blog è poco più di un diario personale, non pretende di spiegare, tantomeno insegnare niente a nessuno, ma a volte riesce ad intuire in anticipo la direzione degli eventi nonostante voci molto più forti ed autorevoli indichino altre strade. Il caso delle elezioni del 4 marzo è uno di questi.</div>
<br />
Come scrivevo in <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2018/01/2018.html" target="_blank">questo post di gennaio</a>: <i>"Il 2017 è stato - a torto - raccontato come <b>l'anno della ritirata delle forze sovraniste</b>,
mentre iniziava un bombardamento mediatico volto ad instillare il frame
della ripresa economica e dell'uscita dalla crisi. La realtà
percepibile spostando anche di poco il velo di Maya è tutt'altra [...]"</i>.<br />
<div style="text-align: justify;">
<br />
Le mie sensazioni erano corrette ed il voto l'ha confermato: la netta maggioranza degli italiani non ha abboccato al <i>frame</i> della ripresa rimbalzato ossessivamente dai media, ha respinto il governo "istituzionale", <b>se ne è sbattuta dell'esecutivo "credibile"</b>
ed ha gonfiato a dismisura le vele delle forze che più venivano dipinte
come irresponsabili, dilettantesche, sgangherate, pericolose o peggio.<br />
<br />
<b>Il 4 marzo ha vinto il sentimento populista</b>, continuando il cammino iniziato in tutto il cosiddetto Occidente a partire dall'<a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2015/07/il-piu-grande-successo-delluro.html" target="_blank">Oxi greco</a> del 2015 (vergognosamente tradito dal protorenzi Tsipras), passato per il <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2016/06/brexit-la-ragione-oltre-le-emozioni.html" target="_blank">Leave britannico</a>, l'<a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2016/11/the-land-of-free.html" target="_blank">elezione di Donald Trump</a> ed il <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2016/12/referendum-la-straripante-vittoria-del.html" target="_blank">No al referendum costituzionale</a> del 4 dicembre 2016, con battute d'arresto solo apparenti in <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/03/elezioni-in-olanda-la-vittoria-di.html" target="_blank">Olanda</a> e <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/05/vince-macron-nuova-figurina-nellalbum.html" target="_blank">Francia</a> lo scorso anno.<br />
<br />
Mentre veniva battuta dal gelo artico, l'Italia montava nelle urne <b>la buriana furiosa che ha spazzato via</b> qualunque forza politica esplicitamente vicina alle ricette dell'<i>establishment</i> praticate a partire dalla crisi del 2008 e pagate dai ceti medio-bassi con lacrime e sangue.<br />
<br />
<b>I due vincitori indiscussi del 4 marzo sono M5S e Lega</b>. I loro elettori hanno votato con lo stesso obiettivo (archiviare il governo dei "credibili" ed esprimere il proprio forte malessere) ma le due forze - entrambe ascrivibili al fenomeno populista - sono decisamente diverse: il voto a Salvini esprime una chiara <b>volontà sovranista</b>, che individua le cause del declino italiano nella progressiva perdita dell'indipendenza nazionale e nell'adesione incondizionata all'ideologia globalista, il voto a Di Maio è ancora legato al <i>frame</i> più genericamente populista della <b>"corruzione dilagante"</b> innata in gran parte degli italiani e la cui vittima sarebbe una mitologica popolazione di "onesti".<br />
<br />
La posizione sovranista è per definizione incompatibile con l'ideologia liberista globalizzata, quella grillina invece può rapidamente diventare funzionale al sistema di potere che ho definito <i>Ancien Régime 2.0</i>, dato che ne condivide alcune pratiche fondamentali (tagli alla spesa pubblica, stretta fiscale sui ceti produttivi, critica alla democrazia rappresentativa). Non a caso gli slogan dei 5 Stelle ricalcano quasi alla lettera quelli del Pci di fine anni 70, quando alla lotta di classe in nome del proletariato si sostituì lentamente la generica lotta contro corruzione e sprechi incarnata nella berlingueriana "<b>questione morale</b>" (<a href="http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2015/01/eurocomunisti.html" target="_blank">qui un brillante articolo a riguardo</a>).<br />
<br />
Già subito dopo le elezioni uno specialista di allineamento al Potere (quello vero) come Scalfari ha indicato nel movimento di Di Maio il "grande partito della sinistra moderna" destinato a proseguire, assorbendolo, l'opera del Pd:<br />
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<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/sKt9MU6paLs?rel=0" width="560"></iframe>
</div>
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<br />
Per il Movimento 5 Stelle, abilissimo fin qui ad intercettare il malcontento più generico sia a destra che a sinistra, sembra giunto il momento di scoprire le carte: i segnali che le <i>élite</i> stanno inviando sono quantomeno di non ostilità verso un governo Di Maio con appoggio o astensione di parte del Pd. Dovesse nascere, un governo del genere finirebbe per il collocarsi rapidamente nello stesso solco dei precedenti. Dopo qualche concessione minore alle istanze anti-sistema dei 5 Stelle, come ad esempio qualche taglio ai costi della politica e un "Reddito di Cittadinanza" tremendamente simile al <i>restyling</i> del <a href="http://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/poverta-ed-esclusione-sociale/focus-on/Reddito-di-Inclusione-ReI/Pagine/default.aspx" target="_blank">REI piddino</a>, si punterebbe sempre di più sui punti del programma 5 Stelle compatibili con il regime liberista: revisione dei costi, tagli alla spesa, stretta sul denaro contante, sostanziale subalternità all'asse Merkel - Macron. Poco importa che il rapporto di forza sarebbe a favore dei grillini: una volta avviato un governo le minoranze che lo compongono (o che non gli sono ostili) pesano più del blocco maggioritario, avendo meno da perdere dalla caduta dello stesso.<br />
<br />
Il panorama dei prossimi mesi è ancora difficilmente decifrabile ma al momento, vista la resilienza di cui è capace il sistema, lo scenario più probabile prevede una ennesima scissione del Pd sulla base della fedeltà a Renzi e la disponibilità della parte non-renziana, magari ricomposta con gli esuli di LeU, a far nascere un governo 5 Stelle, meglio se punteggiato da figure "tecniche" o "istituzionali" rassicuranti per i "mercati".<br />
<br />
Consapevolmente o meno, il nuovo governo finirebbe per completare l'opera, che avevo descritto <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2016/12/nasce-il-governo-di-trincea-del-conte.html" target="_blank">in questo post</a>, già avviata dal Conte-premier Gentiloni: rendere irreversibile la cessione della Sovranità nazionale indebolendo il sistema-paese in modo critico. Se i precedenti esecutivi marciavano volontariamente verso l'obiettivo, questo ci verrebbe portato lentamente, di obbligo in obbligo, a cominciare dalla manovra aggiuntiva di maggio (perché la flessibilità avrà improvvisamente fine), per passare poi alle clausole di salvaguardia tra pochi mesi fino alle trattative sull'Unione bancaria.<br />
<br />
Privo di una chiara strategia di distacco dal potere di Bruxelles / Francoforte, anche il più euroscettico dei governi dovrebbe capitolare ad ogni <i>diktat</i> ricevuto, pena l'inizio del <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-06-28/grecia-rischio-liquidita-varoufakis-valuteremo-controlli-capitali-e-chiusura-banche-170937.shtml" target="_blank">"trattamento greco"</a>.<br />
<br />
A quel punto il consenso raccolto dai 5 Stelle subirebbe un veloce "effetto Tsipras" ed all'inevitabile caduta dell'esecutivo la buriana popolare tornerebbe a soffiare ancora più forte.<br />
<br />
<b>Solo sulle vele sovraniste, stavolta.</b><br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-34237863532130396152018-02-15T23:40:00.000+01:002018-02-16T00:40:37.451+01:00Verso le elezioni 2018: i "contatori del debito pubblico"<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSw2c0CISBeaeXrNxlxMUyDw4WJB-KABGDVqzrCBQcuTYGiCuSipwzLqPMNiuw1w0rxTEet2sjSBPScJO4gj-jCC0elC8cGrsVjpOissnrAJDmQa01W0qcJAItvUHWdGG46vhOcHGtIlkH/s1600/debitopubblico.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="257" data-original-width="457" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSw2c0CISBeaeXrNxlxMUyDw4WJB-KABGDVqzrCBQcuTYGiCuSipwzLqPMNiuw1w0rxTEet2sjSBPScJO4gj-jCC0elC8cGrsVjpOissnrAJDmQa01W0qcJAItvUHWdGG46vhOcHGtIlkH/s1600/debitopubblico.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto: Ansa</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Li avete visti spuntare all'improvviso nelle stazioni ferroviarie di Roma e Milano, oppure ne avete sentito parlare grazie all'ampia copertura mediatica ricevuta su giornali, tg e siti d'informazione: sono i giganteschi maxischermi a led, fatti installare dall'<a href="http://www.brunoleoni.it/-ognipromessaedebito" target="_blank">Istituto Bruno Leoni</a>, che fino al 4 marzo ci aggiorneranno ben 855 volte al giorno sull'ammontare del debito pubblico italiano.<br />
<br />
Una sorta di implacabile, austerissimo <i>memento mori</i> accompagnato da un breve testo e uno slogan dai toni giusto un filo minacciosi: <b>"pagherai anche tu"</b> e <b>"ogni promessa è debito"</b>.<br />
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Purtroppo, da ignorante populista con l'aggravante del sovranismo qual sono, in un primo momento non ho colto la natura altruistica del monito che mi veniva rivolto ed il mio pensiero è volato solo a questo:<br />
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<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/qAxEmlj89bc?rel=0" width="560"></iframe>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Poi però ho fatto forza alla mia natura gretta ed ho deciso di approfondire il tema. Questo ciò che ho trovato sul sito dell'Istituto riguardo l'iniziativa:<br />
<br />
<i>"Proviamo a mettere, quotidianamente, sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone <b>la questione attorno a cui dovrebbe ruotare l’intero dibattito politico</b> e di cui, invece, i partiti preferiscono dimenticarsi. Certo, alcune forze politiche menzionano di sfuggita la montagna del debito pubblico nei loro programmi, per prometterne la riduzione se non addirittura “l'abbattimento”. Ma, mentre lo fanno, propongono più spesa e più deficit. Purtroppo la matematica non è un’opinione: <b>per ridurre il debito bisogna tagliare la spesa</b> e portare il Paese in una condizione di pareggio di bilancio strutturale, <b>come peraltro imporrebbe</b>, almeno in teoria, non qualche segreto accordo fra il Bilderberg e gli gnomi di Zurigo ma <b>la Costituzione più bella del mondo</b>".</i><br />
<br />
Isoliamo i tre concetti cardine:<br />
<br />
<b>1)</b> Il debito pubblico è il primo problema nazionale, ma se ne parla poco e male;<br />
<br />
<b>2)</b> L'unico modo di ridurre il debito è tagliare la spesa (senza nemmeno la grazia di addolcire con aggettivi quali "improduttiva" o "inutile"; bisogna tagliarla proprio tutta);<br />
<br />
<b>3)</b> Il pareggio di bilancio ci è imposto dalla Costituzione, giammai da gruppi di potere.<br />
<br />
Tre affermazioni, quattro sciocchezze. Non male come media. Vediamo di analizzare un po' le sciocchezze:<br />
<br />
<b>1)</b> <b>Il debito pubblico NON è il primo problema nazionale, ma in compenso se ne parla anche troppo</b>. Per i dettagli su come e perché si è formato il debito pubblico nazionale potete iniziare ad informarvi <a href="http://goofynomics.blogspot.it/2012/05/la-spesa-pubblica-al-bar-dello-sport.html" target="_blank">qui</a>, <a href="http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/premiata-armeria-hellas-saldi-di-fine.html" target="_blank">qui</a> e <a href="http://goofynomics.blogspot.it/2012/02/premiata-armeria-hellas-saldi-di-fine_19.html" target="_blank">qui</a>. Se siete ancora convinti che questo sia il primo dei problemi italiani, vi consiglio di spendere i 40.000 euro circa della vostra quota (oltre ovviamente a quelli delle quote dei vostri cari) il prima possibile, non sia mai che gli addetti al recupero crediti mondiale arrivino a riprendersi il maltolto prima che ve ne siate disfatti...<br />
<br />
<b>2)</b> <b>Ridurre il debito tagliando la spesa</b> ha uno spiacevole inconveniente: <b>distrugge i servizi di competenza dello Stato</b>. Se vi lamentate delle condizioni di scuole, strade, ospedali, sicurezza, verde e trasporti beh... <b>quella è spesa pubblica</b>. Tagliarla comporta per definizione il peggioramento immediato di ciascuno di quei servizi.<br />
Soprattutto quando vi parlano di spesa pubblica <b>improduttiva</b>, stanno indicando esattamente scuole, strade, ospedali, sicurezza etc. ovvero tutto ciò che lo Stato offre come parte del patto sociale con i cittadini, anche se non ne trae sempre un profitto economico. Oltretutto in Italia, contrariamente a quello che vogliono farvi credere, <b>la spesa pubblica è già stata ridotta all'osso</b>. Non sono io né qualche bislacco complottista a certificarlo, ma l'Ufficio parlamentare di Bilancio <a href="http://www.upbilancio.it/pubblicato-il-focus-situazione-e-prospettive-della-finanza-pubblica-italiana/" target="_blank">nel suo ultimo report</a>, come riportato su <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/non-si-puo-piu-tagliare-la-spesa-lo-dicono-i-dati/" target="_blank">Il Fatto Quotidiano di ieri</a> da Carlo di Foggia.<br />
<br />
<b>3)</b> Questa è carina: è vero che il pareggio di bilancio è in Costituzione, come afferma l'Istituto Bruno Leoni, ma ci si "dimentica" di dire che <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Pareggio_di_bilancio_in_Costituzione" target="_blank"><b>vi è stato inserito solo nel 2012</b></a> e non ha nulla a che fare con il testo originario del 1948 (la cosiddetta Costituzione <i>"più bella del mondo"</i>), tanto da essere per molti <a href="http://web.rifondazione.it/home/index.php/12-home-page/6274-cosa-vuol-dire-pareggio-di-bilancio-in-costituzione" target="_blank">una norma opposta</a> allo spirito con cui i padri costituenti vollero scrivere la carta fondamentale della Repubblica.<br />
<br />
<b>4) </b>L'Istituto Leoni sembra ritenere che il pareggio di bilancio sia stato inserito in Costituzione per ispirazione divina o per un temporaneo rinsavimento della stessa classe politica colpevole del terribile Debito Pubblico. Nessuna pressione esterna, nessun interessamento di gruppi di interessi specifici.<br />
Io ricordo una storia diversa.<br />
Ricordo che il 5 agosto 2011 la presidenza della Banca Centrale Europea inviò al premier italiano <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-09-29/testo-lettera-governo-italiano-091227.shtml" target="_blank">una lettera / ultimatum</a> con una serie di richieste che avevano molto del diktat e poco del consiglio; ricordo che nello stesso periodo <b>Deutsche bank</b> <a href="http://www.wallstreetitalia.com/deutsche-bank-speculo-sullitalia-ma-tesoro-non-riscontro-anomalie/" target="_blank">iniziò a vendere una quantità enorme di Titoli di Stato Italiani</a> (circa 7 miliardi di euro sugli 8 che possedeva) provocando il crollo del valore degli stessi e la conseguente impennata dello Spread. Ricordo che sempre in quel periodo <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Monti" target="_blank">un tale</a>, che casualmente apparteneva ad una serie di comitati e gruppi di interessi di orientamento fortemente liberista, venne nominato Senatore a vita il 9 novembre e <b>quattro giorni dopo</b>, caduto sotto i colpi dello Spread il Governo eletto, ricevette l'incarico di formare un nuovo Governo. Tecnico.<br />
Ricordo, infine, che <a href="https://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/17/pareggio-bilancio-entra-costituzione-servira-referendum-confermativo/205094/">fu proprio sotto questo Governo "tecnico" che venne approvato</a> l'inserimento in Costituzione del pareggio di bilancio.<br />
Ma forse ricordo male io...<br />
<br />
<b>In conclusione</b><br />
Tutta questa iniziativa rientra pienamente nella campagna elettorale in corso, ed è mirata ad alimentare un timore (la "montagna di debiti") ed un falso mito (lo "Stato sprecone"), per generare diffidenza nei confronti di ogni proposta politica che intenda rilanciare i consumi interni attraverso l'intervento pubblico. <b>E' una simpatica trovata liberista che viene ripetuta identica in diverse nazioni già da alcuni decenni:</b><br />
<br />
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMatqPKwOGVqJ0xuhKfIQ2WqYutjiif_rRPdq_2aFJJAWBjg4u0UouwmdGsQQn2KpBDvOIQA_ma3MHIrZTQHN-_BhfAmSlsZgBn_G5GziqK3D5fvAqV2w5vdVQhZWiqCiGae4JoLU6lAn6/s1600/nationaldebtclock.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="317" data-original-width="600" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMatqPKwOGVqJ0xuhKfIQ2WqYutjiif_rRPdq_2aFJJAWBjg4u0UouwmdGsQQn2KpBDvOIQA_ma3MHIrZTQHN-_BhfAmSlsZgBn_G5GziqK3D5fvAqV2w5vdVQhZWiqCiGae4JoLU6lAn6/s400/nationaldebtclock.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il contatore della montagna del <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/National_Debt_Clock" target="_blank">debito pubblico USA</a>, da me fotografato nel 2014 a New York</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyuA-ld7GpssAAr55nx61qtNSEFvu-ovSLb0O_7hBA9oasphUWh9hnmgh5bOdBMJSqwDokEqFoVkGamXdmN9nBeFehQ2M5wGUywshY8VkE2TTyvELN-Vax0doEY1cCIlgqNqKb9LGYjdPn/s1600/ukdebtclock.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="304" data-original-width="468" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyuA-ld7GpssAAr55nx61qtNSEFvu-ovSLb0O_7hBA9oasphUWh9hnmgh5bOdBMJSqwDokEqFoVkGamXdmN9nBeFehQ2M5wGUywshY8VkE2TTyvELN-Vax0doEY1cCIlgqNqKb9LGYjdPn/s400/ukdebtclock.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il contatore della montagna del <a href="http://www.dailymail.co.uk/news/election/article-1265406/Taxpayers-Alliance-begins-nationwide-tour-debt-clock-highlight-national-deficit.html" target="_blank">debito pubblico britannico</a>, anno 2010</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://s1.lemde.fr/image/2010/09/28/534x267/1417362_3_7624_installe-mardi-a-varsovie-le-compteur-de-la.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="267" data-original-width="534" height="200" src="https://s1.lemde.fr/image/2010/09/28/534x267/1417362_3_7624_installe-mardi-a-varsovie-le-compteur-de-la.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il contatore della montagna del <a href="http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/09/28/un-compteur-geant-de-la-dette-publique-installe-au-c-ur-de-varsovie_1417363_3214.html" target="_blank">debito pubblico polacco</a>, anno 2010</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3iHihSlkuDvz1x_eOmp6YSDquxFouqB5D3ipniZzSTPqGDbS0EaM5pLtohFF9JsI81j1qNeofDxQG8I4cti6p6kxkOaYZYZLQE34vO4pt724sOb6kVUl4vfjV8oGScAZyB0ROUDLtdx-r/s1600/canadadebt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="995" data-original-width="1600" height="248" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3iHihSlkuDvz1x_eOmp6YSDquxFouqB5D3ipniZzSTPqGDbS0EaM5pLtohFF9JsI81j1qNeofDxQG8I4cti6p6kxkOaYZYZLQE34vO4pt724sOb6kVUl4vfjV8oGScAZyB0ROUDLtdx-r/s400/canadadebt.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il contatore della montagna del <a href="http://o.canada.com/news/taxpayer-watchdog-top-dog" target="_blank">debito pubblico canadese</a>, anno 2011</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJjPA41B7yc_8aR_uqp6O2llU7_xlEmM2xZoK0cLl-4UDf7_ESn1JQ11w9DUcT8jKKTKSfTzhoDDyb5JxUrA9XxnWZDiQt3e2nsW7hOWmxiWJZJsOu70p7N854BMI1triR2d-bDnLmpkww/s1600/deutschedebtclock.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="672" data-original-width="989" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjJjPA41B7yc_8aR_uqp6O2llU7_xlEmM2xZoK0cLl-4UDf7_ESn1JQ11w9DUcT8jKKTKSfTzhoDDyb5JxUrA9XxnWZDiQt3e2nsW7hOWmxiWJZJsOu70p7N854BMI1triR2d-bDnLmpkww/s400/deutschedebtclock.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il contatore della montagna del <a href="https://www.thelocal.de/20180105/debt-clock-in-berlin-runs-backwards-for-first-time-in-22-years" target="_blank">debito pubblico tedesco</a> (già, anche loro), attivo da 22 anni</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Se siete veramente ostinati, e volete a tutti i costi un contatore che vi aggiorni in tempo reale su una enorme quantità di denaro pubblico sprecato, <a href="http://ilpedante.org/post/il-controcontatore" target="_blank">vi consiglio questo</a>: a differenza dell'altro, indica una cifra che può essere realmente tagliata senza devastare alcuno dei servizi pubblici che utilizziamo ogni giorno.</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-14285020846721066282018-02-11T00:56:00.002+01:002018-02-11T00:56:49.274+01:00Verso le elezioni 2018: la triplice strategia PD<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz8A4tF5zecZKZBLpl9_a5DzYmt9N32mXDxIVKJWnqrJ6ubjphURjbRRCO0DFFUuNuJTUcBRsrDHNGCjQGubfsGoo1Ndjm0W0Aj_0gB3ItY5es_XDiREk5onwon8WZTpXF4Mt6ZpVJyzTt/s1600/triplice-pd.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="350" data-original-width="650" height="215" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiz8A4tF5zecZKZBLpl9_a5DzYmt9N32mXDxIVKJWnqrJ6ubjphURjbRRCO0DFFUuNuJTUcBRsrDHNGCjQGubfsGoo1Ndjm0W0Aj_0gB3ItY5es_XDiREk5onwon8WZTpXF4Mt6ZpVJyzTt/s400/triplice-pd.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Tra una ventina di giorni l'Italia sarà chiamata alle elezioni. L'esito di questo voto potrebbe avere un <b>enorme impatto</b> a livello internazionale, paragonabile nelle ricadute ad accadimenti come la Brexit o l'elezione di Trump negli Usa. Se il referendum del 4 dicembre 2016 segnò un'importante battuta d'arresto nel processo di svuotamento della sovranità nazionale, <b>il voto del 4 marzo 2018 potrebbe segnare l'inizio del processo di smantellamento</b> dell'organismo sovranazionale, acostituzionale, tecnocratico e ultraliberista chiamato Unione Europea.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Naturalmente <b>il complesso di interessi economici</b> che ha disegnato, voluto e imposto questa entità sta facendo di tutto per garantirne la sopravvivenza, ma a differenza dell'ultima tornata elettorale, stavolta c'è una possibilità concreta di avere nelle aule parlamentari una numerosa rappresentanza delle posizioni sovraniste a guidare l'opposizione o addirittura a governare il cambiamento dai banchi del Governo.<br />
<br />
<b>Sul fronte opposto a quello dell'interesse nazionale</b> sono posizionate in maniera più o meno dichiarata numerose forze politiche, <i>in primis</i> il Partito Democratico, chiamato al difficile compito di evitare un tracollo in stile Partito Socialista francese (o spagnolo, o tedesco, o greco, o olandese) per poter formare dopo il voto una qualsiasi <i>grosse koalition</i> finalizzata a prolungare la vita dell'Unione e l'agonia d'Italia.<br />
<br />
Triplice la strategia che il fu Partitone sembra voler adottare per garantirsi almeno la quota minima (20%) necessaria ad un ruolo da comprimario nella prossima legislatura:<br />
<br />
<b>Pd1 - Il partito AL Governo</b><br />
Questa strategia è rappresentata per eccellenza dal premier-conte Gentiloni. Il messaggio veicolato è semplice: il Pd ha permesso la ripresa economica, guidando l'Italia nella giusta direzione. Vi abbiamo portati fuori dal tunnel, la crisi è finita, bla bla bla... in un profluvio di pacche sulle spalle autocelebrative.<br />
Bello, peccato che gli indicatori positivi - pur presenti qua e là - siano per la massima parte effetto della ripresa globale e del <i>Quantitative Easing</i> di Draghi, che per inerzia hanno trascinato anche noi fuori dalle secche di un palmo. Tanto è vero che la nostra "ripresa" è iniziata molto dopo quella degli altri e ci vede tuttora <a href="http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Ue-conferma-ripresa-Italia-accelera-sale-il-Pil-ma-ultima-nella-classifica-dei-Paesi-europei-21d31346-e23e-416e-9abf-b89bf3c4348f.html" target="_blank">ultimi tra i 27 paesi Ue</a>, <a href="http://www.oecd.org/economy/g20-gdp-growth-third-quarter-2017-oecd.htm" target="_blank">diciassettesimi tra i paesi del G20</a> e <b>unica Nazione del G20 a non aver ancora recuperato il livello di Pil precedente alla crisi</b>. Bel risultato per un partito che dal 2007 (scoppio della crisi <i>subprime</i>) è stato SEI ANNI in maggioranza o al Governo.<br />
<br />
<b>Pd2 - Il partito DI Governo</b><br />
L'attuale posizione di Renzi. Dopo essere stato rottamatore, premier "del fare" (qualunque cosa significasse), aspirante riscrittore della Costituzione, <i>pasdaran</i> europeista ed antieuropeista <i>wannabe</i>, Matteo da Rignano si reinventa novello Mitterrand e propone un'immagine di sé e del suo partito improntata alla pacatezza dei toni, <b>alle buone maniere di stile più squisitamente democristiano</b>. Il messaggio a grandi linee è: "Gli altri urlano, vogliono cambiare tutto, stravolgere le cose. Noi no. Noi siamo seri. Noi vi lasceremo al vostro piccolo mondo, governeremo senza disturbarvi, poco a poco, piano piano". I destinatari di questa strategia di comunicazione sembrano essere due: sia il famoso "voto moderato", <b>da sempre sogno proibito di Renzi</b>, sia i padroni del vapore che controllano la Ue. Questi temono le Nazioni sovrane sopra ogni cosa, e per anni hanno sostenuto apertamente il Pd al fine di tenere sotto controllo l'Italia, ma in caso di crollo piddino dopo il voto potrebbero trovare nuovi maggiordomi altrove, magari sponsorizzando un'operazione in stile <i>En Marche </i>con qualche giovane ministro uscente nel ruolo del Macron <i>de noantri</i>.<br />
<br />
<b>Pd3 - Il partito di LOTTA</b><br />
I ministri Delrio e Orlando sembrano i più convinti portavoce di questa strategia, che non mira a guadagnare nuovi voti, quanto piuttosto a serrare i ranghi del proprio elettorato soffiando sulla paura del sempre utile "pericolo fascista". Questa incarnazione del Pd parla alla pancia dell'elettorato, agita fantasmi, dipinge minacce e cerca in ogni modo di trascinare ai seggi gli elettori Pd disillusi o apertamente scontenti, non in nome dei risultati di governo (come il Pd1) né per la veste moderata e istituzionale (come il Pd2), ma come atto di fede di una crociata contro il "Male".<br />
L'obiettivo è coprire in modo facile e gratuito (i diritti del lavoro costano, lo Stato sociale anche, le dichiarazioni di antifascismo no) il fronte sinistro contro la concorrenza del Pd di riserva (LeU) e delle forze più radicali.<br />
<br />
Se la strategia <b>Pd1</b> è tutto sommato di prassi per le forze politiche di governo che si presentano alle elezioni, e quella <b>Pd2</b> segnala una certa preoccupazione per i risultati del voto, è il ricorso sempre più massiccio alla strategia <b>Pd3</b> che fa da cartina tornasole alla disperazione che aleggia a Via del Nazareno. Come se ormai fosse data per persa ogni possibilità futura di contare qualcosa e ci si preparasse da subito ad una durissima resa dei conti interna.<br />
<br />
Cosa di cui l'Italia non può che essere lieta.<br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-65399297891810238912018-01-27T18:36:00.000+01:002018-01-28T00:58:56.888+01:00Trump a Davos: Un po' di buon senso nel cuore della sbornia globalista<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs6SA7Jn3XJtdjfGbDSv35Zyu94FIPrPY1GtxCn2RmJPVrXn3Npdu13adz1fle5iPSNAr02QRWKtGnAIZAVgUj7VPp8tFev0M2D8Sjh6kI23NSUf2MTWkwvEShssuWu3uH_29dx1B_i4eM/s1600/trump_a_davos.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="315" data-original-width="630" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs6SA7Jn3XJtdjfGbDSv35Zyu94FIPrPY1GtxCn2RmJPVrXn3Npdu13adz1fle5iPSNAr02QRWKtGnAIZAVgUj7VPp8tFev0M2D8Sjh6kI23NSUf2MTWkwvEShssuWu3uH_29dx1B_i4eM/s400/trump_a_davos.JPG" width="400" /></a></div>
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<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
L'intervento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump al <b>Forum Economico Mondiale di Davos</b> era atteso con un misto di curiosità e diffidenza, considerata l'esplicita ostilità che gran parte del salotto buono della globalizzazione nutre da sempre nei suoi confronti. Già nei giorni scorsi gli alfieri del globalismo radicale avevano preparato il terreno con attacchi frontali - particolarmente duri quelli <a href="https://www.quotidiano.net/economia/davos-2018-1.3681944" target="_blank">della solita Angela Merkel</a> e del <a href="http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Davos-ascolta-Modi-ribattezzandolo-anti-Trump-147cb875-9302-44aa-b47b-efd98ab35c80.html" target="_blank">primo ministro indiano Narendra Modi</a> - contro <i>The Donald</i>. Il palco di Davos fino a ieri aveva ospitato solo infiniti peana sulle <i>magnifiche sorti e progressive</i> dell'ultraliberismo globalizzato e solenni atti d'accusa verso i "pericoli" delle "chiusure", del "protezionismo" e del "nazionalismo".<br />
<br />
Poi sul palco è salito il 45° presidente Usa, e lo spartito è cambiato:<br />
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/GZIhF1ptliU?rel=0" width="560"></iframe></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
In un discorso breve e dai toni pacati, forte degli ottimi risultati economici del suo primo anno di mandato, Trump ha illustrato una visione del mondo antitetica a quella ossessivamente ripetuta fino a quel momento dai leader dell'<i>Ancien Régime</i> globalista e <a href="http://www.notiziegeopolitiche.net/davos-gli-usa-si-chiudono-su-se-stessi-gentiloni-serve-libero-mercato-il-protezionismo-alla-lunga-fa-male/" target="_blank">dai loro Viceré</a>, inserendo semplici elementi di buon senso in un contesto che sembra aver perso completamente i contatti con il mondo reale.<br />
<br />
Quali sono i cardini della politica di Trump? Sono riassunti nel famoso <b>"America First"</b>, cioè nella consapevolezza che <b>la missione di un uomo di governo è occuparsi prima di tutto delle esigenze del popolo che lo ha eletto</b>. Non dei capricci dei mercati internazionali, non della costruzione di improbabili sogni unionisti, non di pericolosi esperimenti di ingegneria sociale, non della stantia retorica di ponti e muri, ma molto più semplicemente di proteggere e custodire il benessere del proprio popolo. Un invito, quello ad occuparsi prioritariamente del benessere dei propri cittadini, che il presidente Usa ha rivolto ad ogni leader mondiale:<br />
<br />
<i>"In questo consesso"</i> ha detto Trump in un passaggio del suo discorso, <i>"sono presenti alcuni dei cittadini più importanti di ogni parte del mondo [...]. Ciascuno di voi ha il potere di cambiare le opinioni, trasformare le vite e plasmare le sorti dei vostri paesi. Tuttavia assieme a questo potere c'è un obbligo, <b>un dovere di lealtà al popolo</b>, ai lavoratori ed ai consumatori che vi hanno fatto divenire ciò che siete. Perciò assumiamoci insieme l'impegno di usare il nostro potere, le nostre risorse e le nostre voci non solo per noi stessi, ma per i nostri popoli, per alleviare i loro fardelli, riaccendere la loro speranza e dare forza ai loro sogni. <b>Per proteggere le loro famiglie, le loro comunità, le loro storie ed il loro futuro</b>"</i>.<br />
<br />
Proteggere, custodire, alleviare... avete idea di quanto possano suonare aliene queste parole alle orecchie di chi da anni predica sacrifici, austerità e rigore? Di chi predica un'ideologia economica basata sulla metodica compressione salariale del suo stesso popolo (due esempi a caso: <a href="http://www.pnas.org/content/111/19/6928" target="_blank">uno che inizia per C</a> ed un altro <a href="http://nuvola.corriere.it/2014/06/20/germania-tutte-le-ombre-dei-mini-jobs" target="_blank">che inizia per G</a>)?<br />
<br />
Per anni gli Stati Uniti hanno privilegiato un'economia a trazione finanziaria, che ha recato gravi danni al tessuto industriale, <a href="http://www.soldionline.it/notizie/macroeconomia/usa-deficit-commerciale-novembre-2017" target="_blank">aumentato significativamente il deficit commerciale</a> ed impoverito soprattutto il ceto medio-basso. Ora Trump intende <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/01/il-giorno-che-cambio-la-storia.html" target="_blank">tornare ad un'economia a trazione industriale</a>, ed a Davos ha chiaramente fatto intendere che si riserva di usare <b>tutti gli strumenti a disposizione di uno Stato Sovrano</b> (riforma fiscale, svalutazione della moneta, <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-01-23/trump-sanzioni-commerciali-contro-cina-giorno-davos-070255.shtml?uuid=AExOVJnD" target="_blank">dazi doganali</a>, incentivi al ritorno in patria di capitali e strutture industriali delocalizzate) per centrare il suo obiettivo.<br />
<br />
L'invito agli altri paesi è di prendere esempio dalla scelta statunitense e avviare il ritorno ad economie più sane, in cui gli scambi commerciali siano "giusti" ed "equi" e l'occupazione principale dei capi di stato e governo sia migliorare le condizioni dei propri cittadini.<br />
<br />
La stampa mainstream non nasconde di considerare <a href="https://www.nytimes.com/2017/05/16/opinion/25th-amendment-trump.html" target="_blank">Trump mentalmente instabile</a>. Se così fosse, c'è da sperare che il suo stesso tipo di follia contagi presto anche altri leader mondiali: magari riusciremmo a liberarci dell'incubo che i "savi" globalisti hanno sognato per noi...</div>
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-20154528685188392592018-01-09T11:22:00.003+01:002018-01-10T10:14:51.712+01:00Multa Paucis 5<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxIspoaSUMfJV8MIQREHBcHUD86IYSgbt3nNAeT2hG93_sXe0L_KlXg1co4x5LLT3bq3iok6jcjL5XvXCqfeu4aCA_JiM62ML4YFTwwJPfr_pUW2Av1SS86abPk7TfeifeGpVkfUEb14k-/s1600/2011-2016.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Raffronto Italia 2011 Italia 2016" border="0" data-original-height="450" data-original-width="650" height="275" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhxIspoaSUMfJV8MIQREHBcHUD86IYSgbt3nNAeT2hG93_sXe0L_KlXg1co4x5LLT3bq3iok6jcjL5XvXCqfeu4aCA_JiM62ML4YFTwwJPfr_pUW2Av1SS86abPk7TfeifeGpVkfUEb14k-/s400/2011-2016.jpg" title="" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Italia brutta del 2011 e quella bella del 2016. O era il contrario?</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Dato che mancano ancora due mesi alle elezioni, e questa particolare <strike>cazzata</strike> "post-verità" l'ho già sentita troppe volte, ho preparato il simpatico schemino qui sopra, da sbattere sul grugno di chi "nel 2011 c'era il baratroh MA PERO' adesso c'è la ripresah!!!".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perché va bene che ogni limite ha una pazienza, ma qui le stiamo superando tutte...</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" gesture="media" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/oa4ymFfNVRk?rel=0" width="560"></iframe></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-89334189637344234252018-01-03T23:30:00.000+01:002018-01-04T00:22:59.398+01:00TG1 e Brexit. Storia di un "rapporto complicato".<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQWSnD0JGHmN1MGp-m_So2PM89O5kZYDYzitXoo-inkPngzF_oVID_gQkI4NVhmA15nhkCf3-vjZA9LIyEioOpShN_0mVqlSJtY0k4uJjHn83TQY81MqC1hct5mYJRnlDIFc1lLLqokL5i/s1600/tg1-brexit.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="447" data-original-width="800" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQWSnD0JGHmN1MGp-m_So2PM89O5kZYDYzitXoo-inkPngzF_oVID_gQkI4NVhmA15nhkCf3-vjZA9LIyEioOpShN_0mVqlSJtY0k4uJjHn83TQY81MqC1hct5mYJRnlDIFc1lLLqokL5i/s400/tg1-brexit.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Di solito non mi capita mai di guardare il Tg1, preferendo prodotti "per palati più forti" come il Tg3 o il TgLa7. Oggi però mi è capitato di fare un'eccezione ed è così che ho scoperto questa perla a proposito degli <b>effetti della Brexit sul turismo in Gran Bretagna</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Di seguito troverete il link all'edizione delle 13.30, la "perla" arriva a partire dal minuto 00:19:00</div>
<br />
<a href="http://www.tg1.rai.it/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4e111090-d7c1-4924-b9ba-fbf3ec815224-tg1.html#p=0">TG1 - TG1 ore 13:30 del 03/01/2018</a><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
<i>"Meno visitatori italiani, francesi e tedeschi nel Regno Unito, dicono i dati ufficiali; forse sono le incertezze Brexit a pesare"</i>. Dopo un'introduzione del genere, con un titolo come quello che vedete a caratteri cubitali alle spalle del conduttore, una persona normale si attenderebbe un servizio su come la Brexit abbia danneggiato il turismo in Gb... e invece a sorpresa il giornalista continua a spiegare: <i>"...Ma Londra registra comunque un nuovo record grazie a cinesi e americani"</i>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Aspetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
"Meno visitatori... incertezze Brexit" mi dici, e poi Londra registra un nuovo record? Al Tg1 siete in piena crisi da dissonanza cognitiva? Decido di prestare maggiore attenzione al resto del servizio, incuriosito da un <i>incipit</i> tanto ossimorico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come l'introduzione, anche il servizio dell'inviato da Londra inizia con parole chiare e nette: <i>"L'effetto Brexit colpisce anche il turismo, per il secondo anno consecutivo diminuisce il numero di cittadini Ue che scelgono la Gran Bretagna".</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ok, quindi l'effetto Brexit è negativo e il turismo in Gb scende. Andiamo avanti:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Dal referendum del 2016 c'è stato un calo del 4% negli arrivi da Francia, Germania e Italia..."</i>. Chiaro, calo di visite, la Brexit ha colpito, sciocchi inglesi, li avevamo avvisati.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Segue una breve supercazzola su un presunto effetto psicologico per cui i viaggiatori europei (prima si parlava solo di francesi, tedeschi ed italiani, ora sono tutti gli europei) sarebbero diffidenti ad andare in Gb dopo il referendum. Qualcosa tipo la ripicca della fidanzatina offesa, immagino. Andiamo avanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"...Compensa l'aumento dei visitatori da Cina e Stati Uniti grazie ai vantaggi della sterlina debole..."</i>. Compensa? Quindi l'effetto Brexit non è più negativo? La sterlina debole (svalutazioneh!1!!1! orroreh!!!!11) porta vantaggi?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"...Tanto che il dato complessivo [...] segna un incremento dei flussi [...] circa il 7% in più rispetto all'anno precedente, e un nuovo record..."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
COSA??? Ma se le presenze complessive aumentano, e si fa il nuovo record, l'effetto Brexit dove sta? Nel record?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non posso credere che il Tg dell'ora di punta della rete pubblica ammiraglia tiri fuori una roba del genere, devo andare a controllare le fonti. Sul Times <a href="https://www.thetimes.co.uk/article/more-chinese-tourists-visiting-britain-but-brexit-deters-french-germans-and-italians-j2xvlxmww" target="_blank">la notizia è stata pubblicata ieri</a> ed è molto simile al servizio passato dal Tg1. Peccato, l'inviato avrebbe potuto anche elaborare un po' del suo davanti ad una notizia tanto ambigua, ma tant'è.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Passo oltre e vado sul sito di Visit Britain, che ha pubblicato lo studio ripreso dal Times prima, e dal Tg1 poi. Non trovo esattamente lo studio citato, ma mi imbatto nella pagina delle previsioni per il 2018, che contiene anche una analisi del 2017. <a href="https://www.visitbritain.org/node/99/" target="_blank">Ecco il link</a>. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ed ecco il grafico dell'andamento del turismo in Gb dal 2012 ad oggi:</div>
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<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://www.visitbritain.org/sites/default/files/vb-corporate/Images/vb_visits_forecast_2018_v2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="330" data-original-width="800" height="264" src="https://www.visitbritain.org/sites/default/files/vb-corporate/Images/vb_visits_forecast_2018_v2.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Un trendo quinquennale di aumento dei turisti che procede senza alcuna variazione prima e dopo il referendum diventa "effetto Brexit" e "incertezze Brexit" che pesano.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vabbè.</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Poi ci si stupisce che uno inizi a preferire un altro genere di giornalisti...</div>
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<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allow="encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" gesture="media" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/CsJdM44c9Xo?rel=0" width="560"></iframe></div>
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<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-22760554743796837862018-01-03T12:58:00.001+01:002018-01-04T00:23:10.614+01:002018<div style="text-align: justify;">
Il 2017 si è chiuso da pochissimi giorni, e con esso una delle <b>peggiori legislature della storia repubblicana</b>.<br />
<br />
La XVII legislatura, nata monca dopo la non vittoria del Pd alle elezioni del 2013, ha visto comunque insediarsi tre governi (Letta, Renzi, Gentiloni) e due Presidenti della Repubblica, grazie anche al <a href="http://www.adnkronos.com/fatti/politica/2018/01/01/parlamento-mobile-cambi-casacca-anche-capodanno_DUr5BoNcQHlfP8iWsiGNiL.html" target="_blank">tasso record di cambi di casacca tra i parlamentari</a>.<br />
<br />
In perfetta continuità con l'esecutivo "tecnico" che aveva chiuso la legislatura precedente, ed in ossequio al volere dell'<i>Ancien Régime 2.0</i>, si è portata avanti la precarizzazione del mondo del lavoro con il Jobs Act, avviata la privatizzazione della previdenza pubblica con l'introduzione di un provvedimento volutamente contorto quale l'<a href="http://www.pensionioggi.it/dizionario/ape" target="_blank">Ape</a>, la distruzione della Scuola tramite <a href="http://www.repubblica.it/scuola/2017/12/28/news/100_licei_da_4_anni_via_all_esperimento_che_puo_cambare_la_scuola-185402205" target="_blank">sperimentazioni bislacche</a> e la sua mutazione in distributore di manodopera a costo zero tramite l'<a href="https://www.orizzontescuola.it/lalternanza-scuola-lavoro-della-legge-107-inutile-dannosa-la-flc-cgil-al-fianco-degli-studenti-protestano/" target="_blank">alternanza scuola-lavoro</a>.<br />
<br />
Estranei al concetto stesso di interesse nazionale, i governi degli ultimi cinque anni hanno eseguito con spirito pronto e obbediente ogni ordine giunto da Bruxelles o dagli altri centri di potere economico finanziario, spesso mostrandosi <a href="http://www.ilcambiamento.it/articoli/vaccini-a-valanga-la-rabbia-degli-italiani" target="_blank">più realisti del re nell'eseguire quanto richiesto</a>.<br />
<br />
Una legislatura perennemente in bilico tra tragedia e farsa, come l'ultimo provvedimento entrato in vigore (ovviamente a ricezione di una norma "europea"), che obbliga tutti noi a <a href="https://www.agi.it/cronaca/sacchetti_buste_plastica_shopper-3328511/news/2018-01-01/">pagare persino i sacchetti della frutta</a> al supermercato.<br />
<br />
Pur in clamorosa assenza di un chiaro mandato elettorale, queste maggioranze sgangherate hanno addirittura tentato di stravolgere la Costituzione ed il funzionamento delle istituzioni con una sciagurata riforma, fortunatamente cassata dal volere popolare con il <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2016/12/referendum-la-straripante-vittoria-del.html" target="">referendum del 4 dicembre 2016</a>.<br />
<br />
La forte reazione dell'opinione pubblica è stata decisiva anche per scongiurare un altro scempio, quello <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/06/verso-lo-ius-soli-fotografia-di-un.html">Ius Soli</a> che avrebbe contribuito in brevissimo tempo a frantumare ancora di più la coesione delle categorie sociali avvitandole in lotte intestine etnico-religiose e lasciando le élite libere di proseguire indisturbate nella demolizione dello Stato Sociale e nell'esproprio della residua ricchezza privata ancora nelle disponibilità della classe media.<br />
<br />
Tra sessantuno giorni esatti il voto popolare chiuderà definitivamente questa storia e ne aprirà una nuova, che potrebbe riprendere dove questa è finita, o <b>assestare quella scossa benefica</b> al paese ed al continente e segnare l'inizio del risveglio della Nazione dopo un sonno durato troppo a lungo.<br />
<br />
La linea di faglia che deciderà l'uno o l'altro esito è sempre la stessa da ormai più di un decennio: la volontà di affrontare la questione Unione Europea ad iniziare dal suo strumento più coercitivo: <b>la moneta unica</b>.<br />
<br />
Qualsiasi altra proposta, qualsiasi altro programma che prescinda dall'affrontare la questione dell'euro ed i danni che questo sistema sbagliato arreca all'Italia è semplice fuffa, e si rivelerà come tale quando l'ennesimo <i>"Ce lo chiede l'Europa"</i> ci costringerà a dirottare ancora una volta le risorse della nostra economia nel demenziale tentativo di soddisfare obiettivi irraggiungibili.<br />
<br />
D'altronde a Bruxelles hanno già anticipato da mesi che il prossimo esecutivo, qualunque sia, sarà chiamato a varare entro breve una manovra aggiuntiva necessaria a <a href="http://www.wallstreetitalia.com/ue-katainen-situazione-in-italia-non-migliora-sul-deficit/" target="_blank">"riallinearsi ai target europei"</a>. Tanta è la considerazione che si ha per i concetti di democrazia e autodeterminazione da quelle parti.<br />
<br />
Il 2017 è stato - a torto - raccontato come l'anno della ritirata delle forze sovraniste, mentre iniziava un bombardamento mediatico volto ad instillare il <i>frame</i> della ripresa economica e dell'uscita dalla crisi. La realtà percepibile spostando anche di poco il velo di Maya è tutt'altra, e parla di una <a href="http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2017/12/Pil-Italia-2000-2017.pdf" target="_blank">nazione ferma da un decennio</a>, impegnata in inutili sforzi di rigore che anziché produrre risultati positivi distruggono la domanda interna e aggravano la crisi. Una terra che fu in grado di scalare le classifiche dei paesi più industrializzati fino a competere con nazioni molto più grandi e potenti, e che dal 2000 (entrata in vigore della moneta unica) ha visto sparire un quinto della propria capacità industriale. Un paese che non solo ha smesso di fare figli - sabotando il suo stesso futuro - ma che tramite tassi di disoccupazione mantenuti artificiosamente a livelli altissimi spinge i giovani ad andarsene in cerca di fortuna, riaprendo una pagina dolorosa della sua storia che si sperava chiusa per sempre da almeno un secolo.<br />
<br />
La strada che imboccammo decenni fa, accettando di vincolarci alle esigenze di altre economie del continente, è chiaramente sbagliata e disastrosa. Il voto del 4 marzo potrebbe essere l'ultima occasione per recuperare la nostra indipendenza avendo ancora a disposizione i mezzi per tornare a competere e vincere.<br />
<br />
Non possiamo perderla.<br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-87195653483986504572017-12-18T12:29:00.002+01:002017-12-18T19:14:39.342+01:00Salta l'emendamento svendi-demanio, ma è fondamentale tenere alta la guardia.<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWNZ18ZD055jkSWtOM9KAfw_hV1GAUL6MbSWZ1FPp7Ee6Fyqhov8MhNYMgBDK_enXUoBLwdOnNi5Kzon8efX5wBFbzr8Savc1wwYomFyn2Gi_Kx-Ooq9QfC1GQSz3Ts2RCRpAFgy5EX-q2/s1600/palazzo-caprara.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="394" data-original-width="700" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjWNZ18ZD055jkSWtOM9KAfw_hV1GAUL6MbSWZ1FPp7Ee6Fyqhov8MhNYMgBDK_enXUoBLwdOnNi5Kzon8efX5wBFbzr8Savc1wwYomFyn2Gi_Kx-Ooq9QfC1GQSz3Ts2RCRpAFgy5EX-q2/s400/palazzo-caprara.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Palazzo Caprara, Roma. Fino a ieri proprietà del popolo italiano, da domani apparterrà all'Emiro del Qatar.</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Fortunatamente, dopo la levata di scudi delle opposizioni parlamentari e della parte più attenta dell'opinione pubblica, è durato solo qualche ora l'emendamento inserito alla chetichella nella Legge di Bilancio che consentiva la <b>cessione di beni demaniali</b> (ovvero di proprietà di tutti noi) a Stati esteri. <a href="http://www.ilgiornale.it/news/politica/ora-governo-fa-retromarcia-niente-beni-demanio-stati-esteri-1475120.html" target="_blank">Il viceministro all'Economia</a> lo ha ritirato in serata spiegando che in realtà sarebbe stato riferito alla sola vendita di Palazzo Caprara a Roma, fino alla scorsa estate sede del nostro Stato Maggiore della Difesa ed ora <a href="http://www.repubblica.it/esteri/2017/10/04/news/rom_qatar_compra_palazzo_caprara_sede_dello_stato_maggiore-177324580/" target="_blank">destinato ad ospitare l'Ambasciata del Qatar</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dobbiamo credergli?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Possiamo credere alle parole di un membro del governo il cui premier, da Ministro degli Esteri e solo una manciata di mesi fa, ha avallato in scandaloso silenzio <a href="http://www.difesaonline.it/geopolitica/tempi-venturi/litalia-cede-acque-territoriali-alla-francia" target="_blank">la cessione delle nostre acque territoriali</a> alla Francia?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Possiamo fidarci dei chiarimenti di un esponente di quel partito che, ogni volta che ha avuto responsabilità di governo, non ha esitato a mettere sul mercato i pezzi più pregiati della nostra economia? Di chi ha voluto svendere aziende come Telecom, Iri, Enel, Alitalia, Autostrade, ottenendo il bel capolavoro di far perdere a tutti noi la bellezza di <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/11/multa-paucis-4.html" target="_blank">40 miliardi di euro</a>?<br />
Di chi non ha saputo o voluto capire che una delle chiavi del decennale benessere italiano stava nella forza e nella capacità delle sue aziende pubbliche, <a href="http://espresso.repubblica.it/affari/2017/05/23/news/altro-che-privatizzazioni-le-uniche-imprese-italiane-che-si-salvano-sono-quelle-statali-1.302386" target="_blank">uniche ancora oggi in grado di crescere</a> e svilupparsi?<br />
<br />
Naturalmente non sono in grado di sapere se si sia trattato di una semplice svista, di un emendamento scritto male o quant'altro, ma sono sicuro che soprattutto in questa fase sia vitale mantenere la guardia più alta possibile nei confronti di qualsiasi iniziativa volta a cedere strutture, beni o prerogative nazionali, in qualunque forma ed a qualunque scopo queste iniziative si manifestino.</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-74715789351294252202017-11-25T01:04:00.003+01:002017-11-25T17:10:02.243+01:00Violenza sulle donne e autorazzismo, storia di uno spregevole sfruttamento<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgljxtKax9-Wu1ChGks-QMgymIRbYqxBcyo9gmQ7eiQeC3WynEK3Em-oBn5afjaxnIN1f9V3yrf4RLHVsKxh_bYDvFNW06Q4P3D0x4IEzU5ZYEaPQLFhIG_871Pw58wXrU-WrkBnpntZVk0/s1600/donna.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="300" data-original-width="450" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgljxtKax9-Wu1ChGks-QMgymIRbYqxBcyo9gmQ7eiQeC3WynEK3Em-oBn5afjaxnIN1f9V3yrf4RLHVsKxh_bYDvFNW06Q4P3D0x4IEzU5ZYEaPQLFhIG_871Pw58wXrU-WrkBnpntZVk0/s400/donna.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Fossi donna, oggi sarei decisamente incazzata.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A leggere alcuni giornali, a consultare alcuni siti internet di informazione, mi sentirei sfruttata, privata persino del diritto di essere riconosciuta come vittima quando sono tale, trattata come mera merce emozionale per veicolare un messaggio di propaganda che niente ha a che fare con me o con le altre donne. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Perché?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo scorso 22 novembre il Ministero della Giustizia ha presentato uno studio statistico intitolato "<i>Femminicidio in Italia - Inchiesta statistica (2010 al 2016)</i>", a cura del direttore generale di statistica del Ministero della Giustizia, Fabio Bartolomeo.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Lo studio, <a href="https://webstat.giustizia.it/Analisi%20e%20ricerche/Femminicidio%20in%20Italia%20-%20Inchiesta%20statistica%20(2010%20al%202016).pdf" style="text-align: justify;" target="_blank">consultabile qui</a>, parte dalla lettura di oltre 400 sentenze di omicidio di donne dal 2012 al 2016 e cerca di delineare l'incidenza statistica del fenomeno noto come "femminicidio" rispetto ad altri omicidi con vittime donne.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
I dati che emergono dal lavoro del Ministero sono interessanti e meritano sicuramente un'attenta riflessione, soprattutto in occasione della <b>Giornata mondiale contro la violenza sulle donne</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Peccato che alcuni media li stiano distorcendo in modo ignobile</b> per inculcare nella testa dei lettori un altro messaggio, che nulla ha a che fare con questo serissimo tema. Ciò che sembra premere loro è la <b>criminalizzazione degli italiani</b>. Un volgare attacco autorazzista che strumentalizza cinicamente per mera propaganda le tragiche sorti delle donne assassinate negli ultimi anni e porta a titoli del genere:</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjt_u_LOmpEOn1MprMr0preIsseySwQBu0wpdm5sWY9pndKoqIxKQtw4_3AlibuwZc-9uH3qh-isq1j20IxtlVV8W7nSvpy1hVyz-shLIxRfmAi9plhL2GyE21KIb6iJVJUnXUNGjRw64Z/s1600/orlando.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="655" height="308" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjt_u_LOmpEOn1MprMr0preIsseySwQBu0wpdm5sWY9pndKoqIxKQtw4_3AlibuwZc-9uH3qh-isq1j20IxtlVV8W7nSvpy1hVyz-shLIxRfmAi9plhL2GyE21KIb6iJVJUnXUNGjRw64Z/s400/orlando.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht4kJWRpdjNpBDRRGtZEFjV42-RNJ30Yy25oA5HDIl3DMs2NaBTpIn6gfDJDauu6XuZLa5FfGxISNlM65R12m-XH9iTNTmvThJRPegTY6G5Y_wGNCIgB7uYiOGje2vU5XD5eRdjxKkvcQP/s1600/voceitalia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="564" data-original-width="650" height="346" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht4kJWRpdjNpBDRRGtZEFjV42-RNJ30Yy25oA5HDIl3DMs2NaBTpIn6gfDJDauu6XuZLa5FfGxISNlM65R12m-XH9iTNTmvThJRPegTY6G5Y_wGNCIgB7uYiOGje2vU5XD5eRdjxKkvcQP/s400/voceitalia.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzfmJRnscmK7hmnibQC_iZwgc_ECr3jw6PqBQAXIXZYcqfN_CMdZfdUzIqgj7m3XYppWTDmBYSZndSwsV2dXeotZ8Hwmu_XFZLT7Ls6TgNa_bPPLfuLhsw4ub35ZMOM8tv_UiSpjR2FgCH/s1600/03.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="224" data-original-width="1000" height="88" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzfmJRnscmK7hmnibQC_iZwgc_ECr3jw6PqBQAXIXZYcqfN_CMdZfdUzIqgj7m3XYppWTDmBYSZndSwsV2dXeotZ8Hwmu_XFZLT7Ls6TgNa_bPPLfuLhsw4ub35ZMOM8tv_UiSpjR2FgCH/s400/03.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwenruJ_VBGqObe9db66pEYNe9nP0EKolf4am1m9a_ug2M054HkFWRftSwk45CDmzc_f-N521smafpSDD_eyfstMhfq3-kBM1FPZ8HabuoqydMFEtS57gL43eDQdg0RfcynnEjOPCudpt-/s1600/lapresse.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="506" data-original-width="986" height="205" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiwenruJ_VBGqObe9db66pEYNe9nP0EKolf4am1m9a_ug2M054HkFWRftSwk45CDmzc_f-N521smafpSDD_eyfstMhfq3-kBM1FPZ8HabuoqydMFEtS57gL43eDQdg0RfcynnEjOPCudpt-/s400/lapresse.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Bello vero? Di tutte le riflessioni e le statistiche presentate nelle sette pagine del documento, si decide arbitrariamente di porre l'enfasi su un solo dato: <b>quanti italiani sono colpevoli</b> di questo odioso reato. L'obiettivo biecamente cercato è instillare nella nostra memoria la facile equazione italiani = assassini di donne. <b>Con l'aggravante che, in questo caso, il dato sbattuto in prima pagina è palesemente falsato</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Partiamo dalle percentuali fornite dal Ministero: su 355 omicidi di donne commessi nel periodo in esame e catalogati come "femminicidi", il 74,5% ha un colpevole italiano e il 25,5% straniero. <b>Impressionante, non fosse per il dettaglio che dei due gruppi uno (gli italiani) compone il 90% circa del totale, l'altro (gli stranieri) solo il 10%</b>.<br />
<br />
In Italia, infatti, risiedono circa 56 milioni di italiani e 5 milioni di stranieri (<a href="https://www.istat.it/it/archivio/180494" target="_blank">fonte: Istat)</a>. I due gruppi, secondo il documento del Ministero della Giustizia, sono responsabili rispettivamente di 264 e 91 omicidi di donne, e questo significa che la propensione al "femminicidio" <b>tra gli italiani è dello 0,0005%, mentre tra gli stranieri è dello 0,0018%</b>.<br />
<br />
Finché anche la matematica non sarà piegata al politicamente corretto, 18 rimane maggiore di 5, perciò <b>la propensione al femminicidio tra gli stranieri è quasi 4 volte maggiore che tra gli italiani</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E questo, non la fuffa razzista anti italiana finita su certi titoli, è un dato vero al punto che lo stesso documento del Ministero, nel commentare la nazionalità dei colpevoli di femminicidio, correttamente sottolinea la <b>"marcata incidenza del fenomeno tra gli stranieri presenti nel nostro paese"</b> (pagina 4).<br />
<br />
In questa giornata di impegno e informazione spero che le donne veramente libere facciano sentire forte la loro voce anche contro questi vergognosi tentativi di usare le loro paure, le loro sofferenze, le loro stesse morti per misera propaganda. Il cammino della libertà e dell'emancipazione non può non passare attraverso la verità.</div>
<br />Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-85609350885892157262017-11-15T19:34:00.006+01:002017-11-15T19:34:35.534+01:00Ennesima lettera di richiamo all'Italia: "pizzino" Ue per il governo che verrà?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKKghyhvf6U7y-6in0V1qSyGvj0DW1DCrivyL-5wrJs3xePr6wQNI1NtYH1h0JPpM8eukR-3u5mFqaNZvHqjXuNKBV9Vrh28W8m_ZDEzN0Gxos6Ti6phfmtdLPo6bJWYvCqkTNq53lqANR/s1600/katainen.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="441" data-original-width="800" height="220" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKKghyhvf6U7y-6in0V1qSyGvj0DW1DCrivyL-5wrJs3xePr6wQNI1NtYH1h0JPpM8eukR-3u5mFqaNZvHqjXuNKBV9Vrh28W8m_ZDEzN0Gxos6Ti6phfmtdLPo6bJWYvCqkTNq53lqANR/s400/katainen.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra una manciata di mesi, si sa, gli italiani saranno chiamati al voto per il rinnovo delle Camere. E le probabilità che dalle urne scaturisca una maggioranza meno supina delle ultime rispetto ai diktat dell'Unione Europea, stando ai risultati delle votazioni dallo scorso dicembre in poi, non sono trascurabili.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La ridotta unionista nostrana sta facendo di tutto per cercare di arginare la sconfitta, soprattutto con una incessante campagna mediatica che ripete all'infinito il consolidamento di una presunta "ripresa" che, pur presente in alcuni limitati dati statistici, è impalpabile nel paese reale. Il poco di allentamento di briglie che ci è stato concesso dopo le iniezioni venefiche del governo tecnico - sprecato in sterili bonus - sta per giungere a termine, e Bruxelles non sembra disposta a transigere ulteriormente sul programma di distruzione del modello economico e sociale che ha in serbo per la nostra nazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Occorre "fare le riforme", tutte le riforme, senza obiezioni o tentennamenti, a prescindere dalla volontà degli elettori e dal colore del nuovo esecutivo. Potrebbe essere questo il motivo per cui ieri è trapelata la notizia dell'invio da parte della Commissione Ue di una <a href="http://www.repubblica.it/economia/2017/11/14/news/lettera_ue_commissione-181103223" target="_blank">lettera di richiesta di chiarimenti</a> riguardanti il bilancio per il 2018. La lettera, che dovrebbe arrivare il prossimo 22 novembre, chiederà impegni precisi riguardo la riduzione del deficit, ma <b>il giudizio definitivo sarà emanato solo nel maggio 2018</b>, quando a Palazzo Chigi dovrebbe essersi già insediato il nuovo esecutivo.<br />
<br />
Se fino a qualche tempo fa l'atteggiamento degli eurocrati sembrava più conciliante, con concessioni di flessibilità <a href="http://ilsonnodellanazione.blogspot.com/2016/10/volete-la-flessibilita-sui-conti.html" target="_blank">al fine di scongiurare l'avanzata dei "populisti"</a>, ora la musica è cambiata: le dichiarazioni del vicepresidente della Commissione <span itemprop="articleBody"><b>Jyrki Katainen</b> sul reale stato della situazione italiana non lasciano presagire niente di buono.</span><br />
<br />
<span itemprop="articleBody"><span itemprop="articleBody">L'ex premier finlandese parla a nuora
perché suocera intenda: il vero bersaglio non sembra tanto questo
esecutivo - spudoratamente filounionista - quanto il prossimo,</span></span> che potrebbe trovarsi da subito davanti ad uno scomodo bivio: effettuare una manovra aggiuntiva (nuove tasse e nuovi tagli, quindi ulteriore contrazione del Pil) per accontentare Bruxelles o incorrere nella probabile <b>procedura di infrazione</b>.<br />
<br />
Le nuove richieste di Bruxelles, assieme alla pesante eredità delle clausole di salvaguardia da disinnescare (12,5 miliardi per bloccare l'aumento Iva e accise nel 2019) ed alla prossima probabilissima crisi bancaria provocata dalle <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-10-06/una-zavorra-conti-aziende-e-banche-063849.shtml" target="_blank">nuove regole Bce sugli Npl</a>, sono sufficienti a condizionare fin dal primo giorno l'indipendenza di qualsiasi futuro governo costringendolo su un binario obbligato. Quello di ieri è solo un avvertimento, un "pizzino" per ribadire che Roma non ha né avrà in futuro alcuna autonomia sulle proprie politiche economiche e fiscali.<br />
<br />
C'è una sola linea da seguire, e viene decisa a Bruxelles.<br />
<span itemprop="articleBody"><br /></span></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-16349756503189446732017-11-09T18:45:00.001+01:002017-11-09T18:47:13.186+01:00Multa Paucis 4<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://pbs.twimg.com/media/DOHCNoFWkAIayn_.jpg" rel="nofollow" target="_blank"><img border="0" data-original-height="768" data-original-width="1024" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUATFNLzDE9bjYziAhAbw31OSs_RvWdjajD2aaiMlhhdzS1scpTGPZAWX328b9qedttVAWPUFi4ouGehtrMyz7SSPYORVdcK0k6irYJ4MvrHjanU312wVhyoPVvAQNRfTVEYm0GcJyW4dB/s400/DOIqY09X4AADUfn.jpg+large.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Anche in questo piccolo blog, <b>"ignorante" per definizione in quanto sovranista e populista</b>, <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2014/07/lo-strano-caso-terna-snam-ovvero-lo.html" target="_blank">nel lontano 2014 era nato il sospetto</a> che le privatizzazioni fossero, più che virtuosi e austerissimi provvedimenti per abbattere il debito pubblico, <b>colossali fregature</b> che sarebbero costate allo Stato (noi) più di quanto avrebbero fatto risparmiare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Con soli 3 anni e mezzo di ritardo ci sono arrivati anche a <a href="http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/11/08/la-corsa-alle-privatizzazioni-e-costata-allo-stato-40-miliardi24.html" target="_blank">La Repubblica</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Meglio tardi che mai?</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-70447287219685100052017-09-28T12:28:00.002+02:002017-09-28T18:55:14.492+02:00L'accordo-beffa Fincantieri - STX: C'era un cantiere, un francese e un italiano...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPMqrsGp8ySGvc9aEu6brvLhqchKLj8TZu8DaTDVWTU8owSusJQAOP3hAPowPyFoRqZLfXHimQZLZpcJzOlgD_3J0g9Oy___na3jGHxuQBHMoJTiIfgHeMlmdHLgWHKagshaLWVl20MadR/s1600/macron-gentiloni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="320" data-original-width="673" height="190" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiPMqrsGp8ySGvc9aEu6brvLhqchKLj8TZu8DaTDVWTU8owSusJQAOP3hAPowPyFoRqZLfXHimQZLZpcJzOlgD_3J0g9Oy___na3jGHxuQBHMoJTiIfgHeMlmdHLgWHKagshaLWVl20MadR/s400/macron-gentiloni.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Che il tentativo italiano di prendere il controllo dei cantieri navali ex-STX France sarebbe finito male, <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.com/2017/08/fincantieri-stx-ovvero-quel-gusto-tutto.html" target="_blank">lo si era capito da un pezzo</a>. Che addirittura si sarebbe risolto in barzelletta invece era meno scontato, ma l'esecutivo del Conte di Filottrano è riuscito a regalarci anche questa sorpresa.<br />
<br />
Ricapitoliamo brevemente i fatti:<br />
<br />
<b>STX Offshore & Shipbuilding</b> è un'azienda sudcoreana che si occupa di cantieri navali. In Francia, attraverso <b>STX France Cruise SA</b>, controlla gli importantissimi cantieri di Saint-Nazaire, storici concorrenti dell'italiana Fincantieri. Nel 2016 la holding coreana fallisce. <a href="http://www.airpressonline.it/16094/fincantieri-acquisto-stx-france/" target="_blank">Entra in scena Fincantieri</a>, che presenta al tribunale fallimentare di Seul un'offerta da 80 milioni per rilevare il 66,7% di STX France.<br />
L'offerta viene accettata.<br />
<br />
A questo punto Fincantieri deve solo trovare l'accordo con lo Stato francese, proprietario del 33,3% dei cantieri di Saint-Nazaire. Hollande tentenna, poi a due settimane dalle elezioni <a href="http://www.quotidiano.net/economia/fincantieri-news-1.3021945" target="_blank">concede il via libera</a>: <b>agli italiani andrà il 55%</b>. Tutti contenti e lieto fine in arrivo, tanto che il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo <a href="https://it.reuters.com/article/businessNews/idITKBN17Z1XK-OITBS" target="_blank">dichiara</a>: "Tutto si chiuderà nel primo semestre (del 2017 ndr), se non sarà il 30 giugno sarà a luglio, ma siamo molto confidenti".<br />
L'avesse mai detto.<br />
<br />
Il 14 maggio Macron vince le elezioni francesi, diventa Presidente e <b>blocca le trattative con Fincantieri</b>. Se i coreani potevano avere più del 66% dei cantieri francesi, per l'Europeissimo Macron gli italiani devono fermarsi al massimo al 50%.<br />
<br />
Per una volta, di fronte a questo voltafaccia improvviso, il nostro governo prima di chinare il capo punta i piedi: il 29 luglio <a href="http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/shippingecantieri/2017/07/29/fincantieri-stx-calenda-non-arretriamo-un-millimetro-_c52bcb22-7d93-4cd0-b6bd-e5610c751004.html" target="_blank">Calenda dichiara</a>: ""Non c'è verso che noi accettiamo il 50% [...]. E' una questione di rispetto e di dignità" e aggiunge: <b>"Non ci muoviamo di un millimetro"</b>. Il 31 luglio <a href="http://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2017/07/31/fincantieri-stx-pinotti-non-arretriamo-un-millimetro_bd21af01-d62f-4bea-8c98-3deb1a1b44a2.html" target="_blank">parla Pinotti</a>: <span class="entry-content">"Condivido quanto hanno detto i ministri Calenda e Padoan: l'Italia non farà un passo indietro".</span> Ancora il 3 settembre <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-09-03/fincantieri-padoan-non-accetteremo-quota-sotto-51percento-stx--124054.shtml?uuid=AE2OxwMC" target="_blank">Padoan aggiunge</a>: "Ribadiamo che sarebbe un po' strano che un’impresa, Fincantieri, che ha
acquisito i due terzi della proprietà di Stx si ritrovi a essere non in
maggioranza: sarebbe difficile da giustificare".<br />
Sì, infatti.<br />
<br />
Dopo un'estate di trattative, la montagna ha partorito il topolino: <b>50% a Fincantieri e 50% ai francesi</b>, che però saranno tanto gentili da "prestare" all'azienda italiana un 1% (per 12 anni) per avere un controllo operativo che è tale solo sulla carta, visto che può essere revocato in ogni momento qualora ai francesi non piacessero le decisioni italiane. Fincantieri - che tanto per la cronaca è azienda leader in Europa nel settore navale, non l'ultima delle Snc - dovrà sottoporsi a una continua vigilanza da parte francese, con verifiche periodiche sul rispetto degli impegni.<br />
Quando c'è la fiducia, d'altronde, c'è tutto.<br />
<br />
<a href="http://www.lemonde.fr/economie/article/2017/09/27/stx-macron-invente-la-privatisation-a-l-elastique_5192124_3234.html?xtmc=fincantieri&xtcr=3" target="_blank">Macron ha definito l'accordo "win-win"</a>, nel senso che <b>per la Francia è una doppia vittoria</b>: usciti con le ossa rotte dalla subordinazione ai coreani di STX, i transalpini riacquistano i loro cantieri navali attraverso i capitali e la potenza della nostra Fincantieri, socio con un controllo solo apparente sulla controllata, visto il costante ricatto della revoca dell'1% e lo spettro incombente di futura nazionalizzazione.<br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-53553007135704090702017-09-26T11:59:00.000+02:002017-09-26T12:08:35.023+02:00Elezioni in Germania: brevi considerazioni dopo i risultati <div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicytlsHABW1xWqG2gWRCJHS06gnYLrNVOo118mnzbKcw89ZLtae2ICrhUPFKVQBh3SB4bgTIWaNrwWmY-8QWzhJ_0lzZ1MO_HQe1RoeaSP4f_Dy54sahx7rGTOmIEpqyRvEaHam5fWQerX/s1600/elezioni-deu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="853" data-original-width="1280" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicytlsHABW1xWqG2gWRCJHS06gnYLrNVOo118mnzbKcw89ZLtae2ICrhUPFKVQBh3SB4bgTIWaNrwWmY-8QWzhJ_0lzZ1MO_HQe1RoeaSP4f_Dy54sahx7rGTOmIEpqyRvEaHam5fWQerX/s400/elezioni-deu.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
1. <b>Il mito della perfezione tedesca da domenica va allegramente a puttane.</b> Nella nazione che per anni ci è stata dipinta come onestissima (<a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.com/2017/06/intanto-in-germania-ma-il-paese-della.html" target="_blank">anche se...</a>), operosissima (<a href="https://keynesblog.com/2013/02/20/la-germania-la-produttivita-e-san-floriano/" target="_blank">anche se...</a>), accoglientissima (<a href="http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/La-Germania-chiude-i-confini-ai-migranti-e-li-respinge-ai-paesi-di-ingresso-alla-UE-Un-milione-di-richieste-in-9-mesi-secondo-Ufficio-europeo-per-asilo-b68fc833-98f2-4e0a-8fbb-8d382532ffad.html" target="_blank">anche se...</a>), improvvisamente oltre 1 cittadino su 10 si è svegliato intollerante, xenofobo e potenzialmente nazista. O siamo davanti ad un'epidemia che neanche "28 giorni dopo", oppure le cose non stavano esattamente come ci venivano raccontate.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
2. <b>Poor lives matter.</b> Se opprimi una porzione del tuo popolo togliendole un lavoro sicuro, uno stipendio dignitoso e la possibilità di pianificare il proprio futuro questa, chissà perché, tende a ribellarsi. Ed è disposta a sostenere <b>chiunque</b> dia voce alla propria indignazione. Il giochino di demonizzare ogni forza antisistema non dura per sempre.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
3. <b>L'immigrazione di massa crea malessere.</b> E' inutile <a href="http://www.lastampa.it/2017/09/21/economia/la-bce-dagli-immigrati-contributo-positivo-alleconomia-della-zona-euro-RQvIHTCow3NiDxW2sYlnYK/pagina.html" target="_blank">distorcere le più improbabili statistiche</a> per dipingere una santa immigrazione che fa bene all'economia e "ci paga le pensioni". Quaggiù, nel mondo reale, quando vedi che in pochi anni una via, un isolato, un intero quartiere della tua città inizia a somigliare più ad Abuja che a Potsdam, hai l'impressione che una parte di ciò che sei stia venendo spazzata via per sempre. Una società ha bisogno di tempo per assorbire senza traumi nelle sue fila individui provenienti da società diverse per abitudini, cultura, storia, lingua o religione. Un ingresso troppo precipitoso o troppo numeroso crea tensioni e malcontento.<br />
Un eschimese può trasferirsi in Madagascar ed integrarsi senza problemi, mille eschimesi possono farlo in tempi ragionevolmente brevi, ma un milione di eschimesi che sbarcano tutti insieme in Madagascar creano senza dubbio un problema sociale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. <b>La mutazione genetica dei partiti socialisti europei continua a portarli alla rovina.</b> Dall'inizio del nuovo millennio abbiamo assistito allo sfracello dei partiti socialisti spagnolo (42,6% nel 2004, 22,6 nel 2016), greco (40,6% nel 2004, 6,28% nel 2015), francese (24,7% nel 2007, 7,4% nel 2017), olandese (21,2% nel 2006, 5,7% nel 2017), ungherese (40,3% nel 2006, 19,1% nel 2014), tedesco (38,5% nel 2002, 20,5 nel 2017).<br />
Se nasci per difendere i lavoratori dal capitale e finisci col difendere il capitale dai lavoratori, questi prima o poi se ne accorgono.<br />
<br />
5. <b>Il sovranismo è tutt'altro che moribondo.</b> Dopo l'esito delle elezioni in Austria, Olanda e soprattutto Francia, la narrazione mediatica voleva le forze sovraniste (populiste, nel loro gergo) sostanzialmente sconfitte. Ignorando clamorosamente il fatto che, seppure senza vincere, i partiti sovranisti si erano rafforzati ovunque in Europa, una sostanziosa parte dell'<i>intellighenzia</i> continentale aveva già archiviato la questione. E invece la sveglia è arrivata proprio dal cuore dell'Impero, da quella Germania che per virtù delle "riforme" fatte con scrupolo e della guida illuminata di "Mutti" Merkel doveva essere immune al virus.<br />
Il sovranismo pone questioni reali che interessano da vicino la vita di milioni di persone. Tapparsi occhi e orecchie, blaterare di rigurgiti nazisti, xenofobie, muri, pance <i>et similia</i> è il modo più inutile e infantile di rispondere a questi problemi.</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-73173048657316374052017-09-23T18:50:00.002+02:002017-09-23T18:50:29.780+02:00Caos Ryanair: quando si spezza la corda liberista<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvdFF3M52s0VBCwGP6_4U0-6eeXb33HHOdd7jzD3MxwtI-RrlY9YIfDI8-2fsyyuGE9sYUEsFjFVpGhHTaWpKVadFcsYtfK2PgTJgPJNGgizg5td1o_io5xajzhUY2OGC9vzcr9m6ExCbK/s1600/ryan.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="380" data-original-width="680" height="222" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvdFF3M52s0VBCwGP6_4U0-6eeXb33HHOdd7jzD3MxwtI-RrlY9YIfDI8-2fsyyuGE9sYUEsFjFVpGhHTaWpKVadFcsYtfK2PgTJgPJNGgizg5td1o_io5xajzhUY2OGC9vzcr9m6ExCbK/s400/ryan.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span class="irc_su" dir="ltr" style="text-align: left;">Il ceo di Ryanair Michael O'Leary (ImagoE)</span></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Lunedì scorso è iniziato il piano di <b>soppressione di oltre 2100</b> voli annunciato da Ryanair. Fino a fine ottobre, la compagnia aerea irlandese cancellerà una cinquantina di voli al giorno (<a href="https://www.ryanair.com/ie/en/useful-info/help-centre/travel-updates/flight-cancellations7" target="_blank">qui la lista completa</a>), creando disagi per <b>circa 400mila passeggeri</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Varie le scuse addotte per giustificare questa <b>misura senza precedenti</b>: la principale sarebbe un errore nel calcolo delle ore di riposo del personale a seguito di un adeguamento del calendario, ma a sentire le voci interne all'azienda e l'associazione dei piloti irlandese il vero problema sta nella <a href="http://www.corriere.it/cronache/17_settembre_19/ryanair-cancella-voli-protestano-equipaggi-7208ab54-9caf-11e7-9e5e-7cf41a352984.shtml" target="_blank">fuga di un gran numero di piloti</a> verso compagnie concorrenti. Circa 700 dall'inizio dell'anno finanziario, più altri 150 dalla scorsa primavera su un totale di circa 4000. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Che ci sia malumore nelle fila dei dipendenti Ryanair non è una novità: il modello di business della compagnia irlandese è da sempre improntato al massimo risparmio sul costo del lavoro (<a href="https://www.theguardian.com/commentisfree/2017/sep/20/ryanair-treat-pilots-better-crisis-long-haul" target="_blank">qui</a>, <a href="http://www.adnkronos.com/soldi/economia/2017/09/20/facevo-pilota-alla-ryanair-dico-tutto_UemTzkfCWQd6SYqdaRNdJK.html" target="_blank">qui</a> e <a href="http://bergamo.corriere.it/notizie/cronaca/17_settembre_20/02-bergamo-aprecorriere-web-bergamo-284ca85e-9dd0-11e7-a6ea-abd1a52d72e1.shtml" target="_blank">qui</a> alcuni esempi), tuttavia la situazione in questo momento sembra più esplosiva che mai. La proposta della compagnia di un bonus di 12mila euro (da pagare tra 13 mesi) in cambio della rinuncia a parte delle ferie <a href="http://www.lastampa.it/2017/09/20/economia/ryanair-lantitrust-apre-unistruttoria-sulle-cancellazioni-per-pratiche-scorrette-1HMO4F1Dx85XBRGaQsxkGJ/pagina.html" target="_blank">sarebbe già stata respinta dai lavoratori</a>, che avanzano una serie di richieste alternative.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Così, la bella favola liberista della piccola compagnia di un piccolo paese che vince la competizione con i giganti dell'aria a suon di prezzi stracciati, permettendo di viaggiare per il mondo anche a chi non ha grandi risorse a disposizione, mostra il suo lato più oscuro: lavoratori a partita iva, pagati il minimo indispensabile e secondo le regole fiscali della nazione più conveniente per l'azienda, diritti sindacali azzerati, lettere di dimissioni che impongono il silenzio sulle condizioni di lavoro e altro ancora.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ryanair è una delle più note aziende europee ad aver adottato sistematicamente questo modello, ma di certo non l'unica: nel nuovo millennio l'intero mondo del lavoro si è spostato sempre di più verso l'abbattimento del costo dei dipendenti come mezzo per essere più competitivi sul mercato, e le varie "riforme" del settore - tutte dello stesso stampo ideologico - chieste con forza dalla Ue e supinamente varate dai governi nazionali hanno facilitato ed accelerato questo processo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il gioco al ribasso sul costo del lavoro nasconde un prezzo che in ultima istanza supera qualsiasi vantaggio: <b>un lavoratore che dispone di poco reddito è un consumatore che tende a spendere sempre meno</b>, e più lavoratori a basso reddito ci sono, minori saranno i consumi. Né si può aggirare il problema inducendo i consumatori a comprare sempre più "a debito": prima o poi i debiti vanno saldati, ma con redditi sempre più risicati questo diventa impossibile.<br />
E scoppia la crisi. <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-07-01/crisi-eurozona-problema-debito-171409.shtml?uuid=AbgqHGAI" target="_blank">Come quella da cui non ci siamo ancora risollevati</a>. <br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-39401096860819523552017-08-14T23:02:00.001+02:002017-08-14T23:02:18.263+02:00La libertà di opinione nell'era dell'informazione: il caso James Damore<div style="text-align: center;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTquQHzHia7QilC5ZAQ-AUdHaaPghNd0gQROmTPsnoqxeK7r4EbJePnYMsq6_vRRDi0FJNlFGpKEAHRegCjsKOWWt_AeSyoH06WOA2B6Fmd_BTABZ_aujk4vKnQkSohC-51v1hw6ZVtrGm/s1600/google-jd.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="467" data-original-width="800" height="232" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiTquQHzHia7QilC5ZAQ-AUdHaaPghNd0gQROmTPsnoqxeK7r4EbJePnYMsq6_vRRDi0FJNlFGpKEAHRegCjsKOWWt_AeSyoH06WOA2B6Fmd_BTABZ_aujk4vKnQkSohC-51v1hw6ZVtrGm/s400/google-jd.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'ingegnere licenziato per aver espresso un'opinione</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
James Damore è un ingegnere. Ingegnere del software, per la precisione. Magro, dinoccolato, l’aria un po’ goffa, già nell’aspetto rievoca l’archetipo del nerd <i>à la</i> Big Bang Theory.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E come i personaggi del celebre telefilm, Damore ha talento: laureato ad Harvard e poi ricercatore, nel 2013 a soli 24 anni ottiene un impiego presso il maggiore colosso del settore IT: Google.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
James Damore ha anche delle idee, come tutti noi, sulla società in cui vive, sulla politica, sul suo luogo di lavoro. E come tutti sente il bisogno di esprimerle. Nel suo caso, utilizzando la rete interna anonima che la società mette a disposizione dei “<i>Googlers</i>” (così il colosso della Silicon Valley chiama i suoi dipendenti) proprio per discutere degli argomenti più disparati. Il ragazzo pubblica un documento di 10 pagine, <a href="https://www.documentcloud.org/documents/3914586-Googles-Ideological-Echo-Chamber.html">qui in versione completa</a>, in cui sottolinea quelli che a suo avviso sono errori commessi da Google nell’affrontare i temi dell’inclusione e della diversità.<br />
Il documento solleva subito un vespaio di polemiche ed in qualche modo l’anonimato che proteggeva l’autore cade.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Pochi giorni dopo, James Damore viene licenziato.</b> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Cosa aveva scritto il giovane di così grave da costargli il lavoro? Qualche anima bella, anche nostrana, ha parlato di teorie “sessiste”, “discriminatorie” o addirittura, con tanto di apposito neologismo, “tecno-misogine”. A leggere il documento però, si direbbe tutt'altro.<br />
<br />
Il giovane si focalizza principalmente su un fenomeno che definisce <b><a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Echo_chamber_(media)" target="_blank">Camera dell'Eco</a> ideologica</b>, a suo avviso particolarmente presente nel suo (ex) luogo di lavoro, che impedirebbe un dibattito veramente aperto e plurale e finirebbe per danneggiare la stessa compagnia. In breve la politica aziendale di Google tenderebbe ad incoraggiare e rafforzare un set di idee considerate sacre ("monocultura politicamente corretta", secondo la definizione di Damore), scoraggiando tramite ridicolizzazione ed umiliazione ogni punto di vista diverso da quello ufficiale. La mancanza di un vero dibattito con argomenti plurali su alcuni temi favorirebbe l'assunzione di posizioni sempre più estreme ed autoritarie.<br />
<b>L'esatto contrario del concetto di diversità.</b><br />
<br />
Cosa c'entra il sessismo con questo? Per sostenere la sua tesi, l'ingegnere afferma che le politiche di Google per incoraggiare l'impiego femminile soffrono dello stesso errore iniziale: l'azienda parte dal presupposto che la minore rappresentanza di donne in alcuni ambiti sia dovuta esclusivamente a discriminazione di genere, e si rifiuta di considerare anche solo l'esistenza di possibili altre cause concorrenti.<br />
Stesso discorso sul tema delle minoranze etniche: in assenza di un vero dibattito con posizioni diversificate, prevale la <b>tesi più estrema</b> tra quelle considerate "lecite" (la minore presenza di neri e ispanici nell'azienda deriva esclusivamente da discriminazione) e la <b>soluzione più autoritaria</b> (attuare politiche di <i>discriminazione </i>verso i bianchi nelle nuove assunzioni per avvantaggiare le altre etnie).<br />
<br />
Non mi interessa commentare le tesi di Damore sulle differenze biologiche tra uomini e donne, ma trovo molto interessante il fatto che, nel rifiutare anche solo di controargomentare il suo documento (<a href="http://heavy.com/tech/2017/08/danielle-brown-google-diversity-vp-james-damore-fired-bio/" target="_blank">leggetevi la lettera</a> inviata ai <strike>dipendenti</strike> <i>googlers</i> dalla "Vicepresidente per la Diversità, Integrità e Governance" di Google) e nell'immediato licenziamento, l'azienda abbia <b>di fatto</b> dato ragione al ragazzo. Google sembra davvero essere rinchiusa in una <i>Camera dell'Eco ideologica</i> per cui su alcuni temi continua a ripetere le stesse parole d'ordine e non riesce a reagire a messaggi divergenti se non con il rifiuto di dibattere, lo screditamento e la pura e semplice repressione.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkHlxrqIt02UZ9CmHdQEwHpDdbAGO4hZGxDCDvwvQlqDX_3Xrk8sdy1r-dA1RXwAllsDpKUblpeRnJyFgY5spEpHNPVjX04JC3f5A5rRHEP-1DB8FhbTcu4uLXgMjlOht0I4UiVlR9Iux/s400/jd-ricerca.jpg" target="_blank"><img border="0" data-original-height="543" data-original-width="800" height="216" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnkHlxrqIt02UZ9CmHdQEwHpDdbAGO4hZGxDCDvwvQlqDX_3Xrk8sdy1r-dA1RXwAllsDpKUblpeRnJyFgY5spEpHNPVjX04JC3f5A5rRHEP-1DB8FhbTcu4uLXgMjlOht0I4UiVlR9Iux/s320/jd-ricerca.jpg" width="320" /></a></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Risultati della 1a pagina di Google Notizie del 14/08 con ricerca "james damore". Casualmente, lo spregiativo "sessista" associato all'ingegnere o al suo documento ricorre con una certa frequenza...</td></tr>
</tbody></table>
A mio avviso questo pregiudizio, che parrebbe insito nell'azienda che <a href="http://www.infodata.ilsole24ore.com/2017/05/10/google-domina-mondo-della-ricerca-soprattutto-console/" target="_blank">monopolizza di fatto</a> il traffico delle ricerche su internet, pone gravi questioni di pluralismo dell'informazione e, in definitiva, di democrazia. Google infatti ha il potere di gestire l'accesso all'informazione: i suoi algoritmi setacciano l'immensità di contenuti presente nel web e restituiscono quelli che - secondo Google stessa - sono i più adatti a rispondere a determinate richieste degli utenti, ordinandoli secondo criteri di rilevanza che, ancora una volta, sono decisi da Google.<br />
<br />
Se una minoranza di utenti di internet è attrezzata culturalmente per approfondire le proprie ricerche e risalire a fonti variegate e plurali, la stragrande maggioranza si affida a ciò che Google decide in sua vece (è risaputo che circa il 90% delle ricerche effettuate si ferma solo ai risultati presenti in prima pagina). Ѐ attraverso le lenti di Google che moltissime persone si formano un'opinione sui temi più svariati. Se l'azienda fosse viziata già nella propria struttura interna dalla <i>Camera dell'eco ideologica</i>, come potrebbe essere in grado di garantire imparzialità e completezza nei risultati che fornisce agli utenti?<br />
<br />
Cosa garantisce i milioni di persone che quotidianamente utilizzano il motore di ricerca che ciò che appare sui loro schermi sia davvero una panoramica oggettiva sul tema che interessa loro, e non piuttosto una visione parziale e distorta dagli stessi pregiudizi dello strumento che stanno usando?</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-7851756497217742962017-08-03T12:33:00.001+02:002017-09-28T09:58:24.281+02:00Fincantieri - STX, ovvero quel gusto tutto italiano di prendere sberle<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhFD6bLtEi3F-nVJm5DsXWl9yLXkJXC-n8Ti7gRTgTyfzw3FHA5aVEi1f-HxRPSZT1lz2ylcZpIZnOmjRdQVJU88Ojh4S6mHsPg2PsxazxiBWJPGEH8jHYMZFWycLAC-yp_jh3_ZF_fetb/s1600/sabotage.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="351" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhhFD6bLtEi3F-nVJm5DsXWl9yLXkJXC-n8Ti7gRTgTyfzw3FHA5aVEi1f-HxRPSZT1lz2ylcZpIZnOmjRdQVJU88Ojh4S6mHsPg2PsxazxiBWJPGEH8jHYMZFWycLAC-yp_jh3_ZF_fetb/s400/sabotage.jpg" width="280" /></a></div>
<br />
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<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Si fa un gran parlare in questi
giorni della vicenda <b>Fincantieri / STX</b>, ultima puntata dell’eterno rapporto
amore-odio tra noi e la Francia. Anche questa volta, come già in passato, il
tentativo di un’azienda italiana di espandersi oltralpe viene bloccato da un
muro di protezionismo alzato dallo stesso Stato francese, alla faccia degli accordi già presi e del
presunto "primato del libero mercato". C’è voluta più di qualche musata, ma sembra che
finalmente anche i nostri governanti stiano iniziando ad ammettere che <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/02/dal-lusso-a-telecom-da-parmalat-alle-banche-lo-shopping-francese-in-italia-continua-e-ora-parigi-sogna-le-generali/3768589/">quella
francese è una vera strategia</a> mirata al controllo di alcuni gangli fondamentali della
nostra economia, bloccando qualsiasi significativa azione inversa.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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</xml><![endif]-->Da vera potenza coloniale, la
Francia non esita a prendersi tutto lo spazio che ritiene necessario (vedi il
caso Libia) a danno dei nostri interessi, ma rigetta con malcelato
sdegno ogni nostra ambizione sui propri asset.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Naturale: non si è mai vista una colonia che reclami il controllo dei beni del suo colonizzatore.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma non è solo nei confronti della Francia che il nostro paese subisce umiliazioni: <a href="http://www.corriere.it/opinioni/17_agosto_03/veri-falsi-interessi-nazionali-8d29112c-77b5-11e7-84f5-f24a994b0580.shtml" target="_blank">questo editoriale di De Bortoli</a> richiama, per i motivi sbagliati, diversi esempi giusti di una triste tradizione che ci vede chinare il capo con straordinaria frequenza quando i nostri interessi si scontrano con quelli altrui. Su questo blog la cosa era già stata affrontata <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2014/07/indesit-e-lemigrazione-dei-marchi.html">qui</a> e <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2014/09/ancora-sullemigrazione-dei-marchi.html">qui</a>. E lo stesso copione si ripete anche in ambito diplomatico: le contorte, esasperanti vicende dei marò e di Regeni sono piene di bocconi amari che il Belpaese ha dovuto inghiottire.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
L'<i>affaire</i> Fincantieri però sembra segnare un cambiamento, dovuto forse al periodo pre-elettorale che fa gonfiare anche i petti più concavi: d'improvviso si è tornati a parlare di <b>interesse nazionale</b>. Anche coloro che fino a poche ore fa rabbrividivano al solo sentire la parola Nazione, ora sussurrano questa formuletta a mezza bocca, quasi fosse un'amara medicina da mandar giù a forza, in vista delle prossime votazioni. <i>Too little, too late</i>, amici miei; la dignità della Nazione non è un bottone da attivare a piacere, ma qualcosa che va costruito, sostenuto e difeso con costanza.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dopo l'inglorioso tramonto della Prima Repubblica, nata zoppa dalla sconfitta della seconda guerra mondiale ma comunque in grado di giocare un ruolo almeno nei quadranti di immediato interesse strategico, è salita al potere una classe dirigente totalmente impreparata (nella migliore delle ipotesi) e intrisa di concetti utopistici e fantasie internazionaliste. Si è creduto che fosse possibile consegnare le Nazioni alla pattumiera della Storia per inseguire improbabili sogni di unione continentale, senza accorgersi che mentre noi - e solo noi - interpretavamo il progetto di Unione come genuinamente paritario gli altri, ciascuno secondo le proprie capacità, lo interpretavano come mezzo per consolidare i propri interessi particolari.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per la Germania si è trattato di accelerare la propria vocazione mercantilista sfruttando una moneta strutturalmente più debole del marco per aumentare la competitività sui mercati internazionali, mettendo nello stesso tempo solide briglie al principale rivale europeo (noi), per la Francia di un tentativo - fallito - di tenere a freno la Germania, per i paesi dell'Est di un mezzo per garantirsi protezione e indipendenza dal temuto vicino russo.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per noi? Il nulla. Tra cattivi consiglieri, interessi personali, rigurgiti ideologici, la nostra classe dirigente si è seduta al tavolo europeo senza la più pallida idea di cosa fare, senza uno straccio non tanto di strategia, ma neppure di tattica di breve periodo. Afflitta da un mastodontico complesso d'inferiorità, ha accettato senza fiatare le richieste più inique pur di dimostrare ai vicini, che tutt'ora percepisce come ontologicamente superiori, di aver espiato fantomatiche colpe.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ora che alcuni nodi stanno iniziando a venire al pettine, ora che l'atteggiamento prepotente o anche solo schiettamente egoistico delle altre nazioni ha iniziato a danneggiare in modo grave e innegabile il nostro benessere e la nostra sicurezza, non può essere la stessa classe dirigente che ha rifiutato ostinatamente di proteggerci ad ergersi a difensore della Patria.</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
A maggior ragione se questa insolita presa di posizione arriva a una manciata di mesi da una scadenza elettorale che potrebbe segnare una dura batosta per l'attuale maggioranza.</div>
</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-6932663578720314162017-07-07T19:27:00.001+02:002017-07-07T19:27:36.830+02:00La fantaverità dell'Inps sugli immigrati<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipJWW8Zhm6wSSE6vgfx-Tka8rka5oJOriZL3USFrR5jcHkmAkTLy_AFNurbaRhxnUJiFGrj269wlVELYNR_8VayIT7ibzbR0PFZwOc3dZ0TSBVl5JkBIpRMHN5528jqHK8xfbyAvfE5Rez/s1600/inps-immigrazione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="366" data-original-width="650" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipJWW8Zhm6wSSE6vgfx-Tka8rka5oJOriZL3USFrR5jcHkmAkTLy_AFNurbaRhxnUJiFGrj269wlVELYNR_8VayIT7ibzbR0PFZwOc3dZ0TSBVl5JkBIpRMHN5528jqHK8xfbyAvfE5Rez/s400/inps-immigrazione.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il presidente dell'INPS Boeri dev'essere un grande appassionato di fantascienza.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Almeno così si deduce leggendo le dichiarazioni rilasciate in occasione della relazione di accompagnamento alla "<a href="https://www.inps.it/docallegatiNP/DatiEBilanci/rapportiannualiinps/Documents/Relazione_Presidente_XVI_30_6_17.pdf" target="_blank">Relazione Annuale</a>" dell'ente presso Montecitorio. Come la fantascienza lega una base di realtà (un fattore scientifico o tecnologico) ad una narrazione di fantasia, così la relazione presentata a Montecitorio, nella parte in cui si occupa del contributo dell'immigrazione ai conti previdenziali, parte da una base reale per approdare a conclusioni che con la realtà hanno poco a che fare. Il risultato è una "<i>fantaverità</i>" utile forse per rafforzare uno <i>spin</i> già presente nell'informazione, ma che nulla aggiunge al dibattito concreto sul tema dell'immigrazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Boeri ci dice che: "La<span style="font-style: normal; font-weight: bold;"> chiusura delle frontiere</span>
agli extracomunitari [da oggi fino al 2040 ndr] significherebbe, a prezzi costanti 73 miliardi in
meno di entrate contributive e 35 miliardi in meno di prestazioni
sociali destinate agli immigrati con<span style="font-style: normal; font-weight: bold;"> un saldo netto negativo di 38 miliardi per l’Inps</span>".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ovvero: se nei prossimi 22 anni non entrassero più extracomunitari in Italia l'Inps avrebbe un buco nei propri conti di 38 miliardi.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E se mia nonna avesse avuto le ruote...</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La simulazione presentata dall'Inps non ha alcuna utilità pratica perché:</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>1.</b> Parte da un assunto che nessuna forza politica, neppure la più contraria all'immigrazione, auspica (azzeramento degli ingressi di stranieri in Italia);</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>2.</b> Dà per scontato che il comportamento degli stranieri rimanga identico nell'arco di oltre venti anni (arrivo di individui per lo più giovani, che lavorano e pagano i contributi ma poi escono dall'Italia "regalando" all'Inps i contributi maturati);</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>3.</b> Si spinge in una previsione di lunghissimo periodo (22 anni) assumendo che la situazione sociale, demografica, economica e politica italiana rimanga invariata per tutto il tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La base di realtà da cui muove Boeri è incontestabile: gli stranieri che lavorano regolarmente in Italia pagano i contributi previdenziali. <b>E ci mancherebbe altro.</b> In questo momento, essendo l'immigrazione di massa un fenomeno recentissimo nella storia d'Italia, i lavoratori regolari stranieri versano contributi ma ricevono molto poco dall'Inps, dato che nessuno o quasi di loro ha maturato le condizioni per avere la pensione. Quindi l'Inps, in questo momento, ci guadagna.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato che il gioco non potrà durare a lungo, e non è neppure giusto che continui. Prima o poi i lavoratori stranieri invecchieranno e vorranno la loro pensione, e i guadagni accumulati dall'Inps andranno a farsi benedire. O Boeri ci sta dicendo di accogliere sempre più lavoratori stranieri, farli lavorare qualche anno e rispedirli a casa prima che maturino i requisiti pensionistici, per avere un guadagno costante? Un sistema del genere non avrebbe un vago sapore di sfruttamento?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Inoltre, per far lavorare qualcuno - incredibile ma vero - serve che ci sia lavoro. <b>E l'Italia non ne ha poi molto da offrire</b>, come testimonia l'<a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-06-21/lavoro-2008-2016-oltre-mezzo-milione-italiani-fuggiti-estero-145458.shtml?uuid=AE40DZjB" target="_blank">oltre mezzo milione di italiani emigrati</a> negli ultimi 8 anni. L'aumento di persone in cerca occupazione, nel momento in cui i posti disponibili sono sempre meno, comporta un abbassamento degli stipendi (svalutazione del lavoro), che è la causa principale da un lato dell'esodo di italiani all'estero, dall'altro del fatto che "ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare". Ma gli stranieri si, perché un lavoro che per gli standard italiani è mal pagato, può ancora essere allettante per uno straniero che viene da una situazione ancora peggiore. Vogliamo un futuro con stipendi dignitosi e garanzie sociali adeguate, o un futuro fatto di povertà, sussidi pubblici di sopravvivenza, disoccupazione galoppante e lavori sottopagati?<br />
<br />
L'Inps sembra propendere per la seconda ipotesi, visto che parallelamente al suggerimento di importare quote sempre maggiori di manodopera per calmierare artificialmente il costo del lavoro, sostiene anche l'altro strumento tipico delle società neoliberiste: reddito d'inclusione e salario minimo, necessari per tenere a freno il malcontento dei lavoratori privi delle tradizionali tutele sociali, previste e garantite dalla nostra Costituzione (anch'essa ormai ridotta a funzionare <i>part-time</i>).</div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-53936113039282375932017-06-17T23:53:00.002+02:002017-06-17T23:53:39.970+02:00Verso lo Ius Soli: fotografia di un disastro annunciato<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnoxbr7etz4g_Uqvn16PwUyHXTGpqjIcW329Oq7G8giOcSiClbvWcv2ANhEMIswFwW8EiESWfOYE_O6Gax4wLSfpALJQxQw8scYJhjnIe1sbyqQ8SGbLcVJWramcpvYGf1_xyIHexwochr/s1600/ius-soli-nel-mondo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="349" data-original-width="600" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnoxbr7etz4g_Uqvn16PwUyHXTGpqjIcW329Oq7G8giOcSiClbvWcv2ANhEMIswFwW8EiESWfOYE_O6Gax4wLSfpALJQxQw8scYJhjnIe1sbyqQ8SGbLcVJWramcpvYGf1_xyIHexwochr/s1600/ius-soli-nel-mondo.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: Wikipedia</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Dopo due anni di limbo, improvvisamente da qualche giorno il cosiddetto <i>"Ius Soli"</i> è tornato in cima alle priorità nazionali, scavalcando di slancio crisi economica, disoccupazione, criminalità e qualsiasi altro dei mille problemi che affliggono questa sfortunata terra.<br />
<br />
In Senato è stata garantita una corsia preferenziale a questo disegno di legge, con l'obiettivo di un'approvazione il più rapida possibile. "Anche attraverso il voto di fiducia" si è spinto a dire qualche <i>pasdaran</i> governativo. Immediato e tetragono lo schieramento mediatico a supporto dell'ennesima presunta campagna "di civiltà", per "garantire dei diritti" e "favorire l'integrazione".<br />
<br />
Peccato che con civiltà, diritti e integrazione lo Ius Soli non c'entri nulla.<br />
Zero.<br />
Nada.<br />
<br />
Lo Ius Soli è solo un tipo di normativa per regolare l'appartenenza di un individuo ad una determinata comunità nazionale, alternativo all'altro sistema, quello dello <i>Ius Sanguinis</i> attualmente in vigore in Italia. Alternativo non vuol dire che comporti un qualche tipo di progresso o maggiore civiltà. <b>Alternativo vuol dire alternativo.</b><br />
<br />
La cartina qui sopra evidenzia l'adozione dello Ius Soli nel mondo: la forma più estesa è in uso praticamente solo nel continente americano, mentre quella "temperata" riguarda una manciata di stati. <b>La grande maggioranza delle nazioni sulla terra (160) adotta lo Ius Sanguinis per regolare la cittadinanza.</b> Paesi che siamo abituati a considerare avanzatissimi e supercivilissimi come Giappone, Olanda e tutti i paesi scandinavi adottano lo Ius Sanguinis. Paesi che siamo abituati a considerare arretrati e meno civili del nostro come Tanzania, Pakistan e Nicaragua adottano lo Ius Soli.<br />
<br />
<b>Tentare di spacciare l'adozione dello Ius Soli come "misura di civiltà" non è semplicemente truffaldino.</b><br />
<b>E' demenziale.</b><br />
<br />
Eliminato l'argomento "civiltà", si ricorre spesso a quello dei "diritti" per sostenere la necessità dello Ius Soli.<br />
Ma questa misura non c'entra nulla nemmeno con i diritti.<br />
<br />
In Italia praticamente tutti i diritti garantiti ai cittadini nati da italiani sono garantiti anche agli stranieri:<br />
- I cittadini stranieri hanno accesso all'istruzione <b>- gratuita -</b> come gli italiani;<br />
- I cittadini stranieri hanno accesso alle cure sanitarie <b>- anche gratuite -</b> come gli italiani;<br />
- I cittadini stranieri possono aprire aziende e attività come gli italiani (<a href="https://www.ticonsiglio.com/italia-lavoro-bando-contributi-stranieri/" target="_blank">a volte anche più facilmente</a>);<br />
- I cittadini stranieri possono acquistare casa come gli italiani.<br />
<br />
L'unico diritto che differenzia cittadini italiani e stranieri in Italia è quello di voto, che non ha nulla a che fare né con lo Ius Soli né con lo <i>"Ius Culturae"</i>, perché riguarda solo i maggiorenni. E comunque gli stranieri nati in Italia o che vivono stabilmente in Italia possono ottenere anche quello <a href="http://migrare.it/243/" target="_blank">facendo richiesta di naturalizzazione</a>.<br />
A conti fatti, non c'è alcun diritto garantito ai cittadini italiani che venga negato agli stranieri.<br />
<br />
<b>Tentare di spacciare l'adozione dello Ius Soli come "conquista di diritti" non è semplicemente truffaldino.</b><br />
<b>E' demenziale.</b><br />
<br />
L'ultima giustificazione che viene data per sostenere lo Ius Soli è che "favorisce l'integrazione".<br />
Ma, spiace dirlo, anche questo è falso.<br />
<br />
Il processo di integrazione prevede il coinvolgimento attivo di due parti: lo straniero che deve integrarsi e la società che decide (perché di scelta si tratta, non di obbligo) di accoglierlo. Dimostrato che lo stato italiano già ora è totalmente bendisposto verso gli stranieri che intendano integrarsi, garantendo loro maggiori diritti rispetto a moltissimi altri paesi, se manca la volontà d'integrazione da parte del cittadino straniero, <b>l'integrazione semplicemente non è possibile</b>.<br />
<br />
Regalare passaporti come fossero magliette a un concerto non sposta di un millimetro il tasso di integrazione, perché chi vuole integrarsi nella società italiana <b>può farlo già oggi</b>, mentre chi non è interessato rimarrà avulso dalla nostra società anche con un passaporto italiano in tasca.<br />
<br />
Non dovrebbe essere neppure necessario ricorrere a questo esempio per chiarire il punto, ma vista l'ottusità che c'è in giro vale la pena ricordarlo: i terroristi di Charlie Hebdo avevano un passaporto francese in tasca, così come i macellai del Bataclan avevano passaporto francese e belga, e il boia di Manchester ne aveva uno britannico.<br />
Questo fatto viene perfino sventolato regolarmente in faccia a chi avanza dubbi sulle recenti immigrazioni di massa: "Guardate che quelli erano francesi / inglesi / nazionalitàeuropeaqualsiasi, mica immigrati!"<br />
Ecco, "quelli" avevano dei passaporti francesi, inglesi, belgi, ma NON erano francesi né belgi né inglesi, <b>perché avevano rifiutato di integrarsi</b>. Anche regalando loro un passaporto francese, inglese o belga all'anno, facendoli votare a 6 anni, donando loro casa, macchina e stipendio, non sarebbero diventati francesi né inglesi né belgi <b>perché non volevano</b>. E non esiste al mondo legge in grado di costringere una persona ad integrarsi in una società di cui non vuole far parte.<br />
<br />
<b>Tentare di spacciare l'adozione dello Ius Soli come "processo che favorisce l'integrazione" non è semplicemente truffaldino.</b><br />
<b>E' demenziale.</b><br />
<br />
Ma allora perché tutta questa foga per un provvedimento che, all'atto pratico, non dà agli stranieri in Italia nulla più di quanto già possano avere?<br />
<br />
<b>Perché questa legge qualcosa la cambia:</b> innesca un processo che disgrega l'omogeneità nazionale in una miriade di appartenenze e identità diverse e in conflitto perenne tra loro. Chi sta cercando di imporre lo Ius Soli in tutta Europa (perché al solito il nostro parlamento non fa altro che recepire direttive sovranazionali) non è minimamente interessato all'integrazione ordinata, consapevole e ponderata dei nuovi arrivati all'interno delle società ospiti, ma <a href="http://www.bbc.com/news/uk-politics-18519395" target="_blank">punta esplicitamente a rompere la coesione sociale</a> inserendo elementi sempre più forti di conflitto etnico, religioso e culturale nelle società, per frammentare all'origine qualsiasi tentativo di ribellione <a href="http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/ocse_stipendi_record-2501430.html" target="_blank">al processo di espansione del divario sociale in atto</a>.<br />
<br />
Lo Stato Nazionale è l'obiettivo da colpire, in quanto <b>unico ordinamento nella Storia recente</b> che ha saputo favorire una significativa redistribuzione della ricchezza a vantaggio dei ceti più poveri. Per dirla in altri termini, lo Stato Nazionale è l'unico campo di battaglia in cui i ceti subordinati hanno qualche speranza di difendersi da quello dominante.<br />
<br />
Se si uccidono le Nazioni trasformandole in porzioni del globo dalle caratteristiche indistinte, in cui convivono forzatamente identità diverse e incompatibili, si frantumano parallelamente anche i loro ceti più deboli. Non esiste più una comunità nazionale che condivide un percorso storico unitario, ma miriadi di comunità separate ciascuna impegnata a preservare se stessa. Gli abitanti delle banlieu parigine, o di Manor Park a Londra, o di Neukölln a Berlino sono inevitabilmente più interessati a difendere il proprio microcosmo di tradizioni, usi e costumi di provenienza che a fare fronte comune con gli operai o i disoccupati autoctoni con cui condividono una cittadinanza che è nulla più di un pezzo di carta.<br />
<br />
In una situazione del genere il ceto dominante, l'<i>Ancien Régime 2.0 </i>che non riconosce alcuna cittadinanza se non quella di classe, non può che vincere.<br />
<br />
<b>Per approfondire:</b><br />
<br />
- <a href="http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1992-02-05;91!vig=" target="_blank">Attuale legge sulla cittadinanza (Legge 5 Febbraio 1992, n.91)</a><br />
<br />
- <a href="http://www.camera.it/leg17/465?tema=integrazione_cittadinanza" target="_blank">La proposta di nuova legge sulla cittadinanza</a></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-78604797465209761082017-06-13T19:10:00.000+02:002017-06-13T19:10:58.000+02:00Intanto in Germania... (ma il paese della corruzione siamo noi)<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGu-8sSOgbvk5IsIg10rxAVkotqpkF2hgl-3Ht36rNFztYphN_PRvXSfS1axLR12SZqQ3PTHVqNFs-x7_3OOGr04kRRgb_XrHtow2IImyChVvh85ActVDock1BEARBVaA8GzLcarIyEYyI/s1600/cum-ex-geschaefte.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="418" data-original-width="500" height="333" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiGu-8sSOgbvk5IsIg10rxAVkotqpkF2hgl-3Ht36rNFztYphN_PRvXSfS1axLR12SZqQ3PTHVqNFs-x7_3OOGr04kRRgb_XrHtow2IImyChVvh85ActVDock1BEARBVaA8GzLcarIyEYyI/s400/cum-ex-geschaefte.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Fonte: de.toonpool.com</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<b>La più grande frode fiscale nella storia della Germania dal dopoguerra ad oggi.</b></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
La tocca piano il settimanale <b>Die Zeit</b> quando deve parlare dell'immenso bubbone di illegalità che sta emergendo nel paese. Lo <a href="http://www.zeit.de/wirtschaft/2017-06/cum-ex-scandal-tax-evasion-dividend-stripping-germany" target="_blank">scandalo Cum-Ex</a>, come è stato ribattezzato, coinvolge almeno 40 banche tedesche, più un centinaio di istituti di credito internazionali, che avrebbero ottenuto dallo Stato rimborsi fiscali non dovuti per un totale che sfiora i 32 MILIARDI di euro.<br />
<br />
Due i meccanismi alla base della truffa: il <b>"Cum-Ex</b>" ruota attorno all'acquisto di azioni con (cum) dividendi ed alla vendita di azioni senza (ex) dividendi nel periodo a ridosso del pagamento degli stessi, per ottenere attraverso cavilli contabili rimborsi fiscali multipli a fronte di un singolo pagamento di tasse. Il meccanismo <b>"Cum-Cum"</b> invece prevede il trasferimento <i>short-term</i> o il prestito di azioni di proprietà straniera a banche tedesche, le quali richiedevano un rimborso fiscale sui dividendi allo Stato, cosa che non sarebbe stata possibile agli investitori esteri.<br />
<br />
Le prime denunce sui rischi di questi meccanismi in Germania risalgono al 1992, ma sono rimaste inascoltate almeno fino al 2012, quando il <i>Cum-Ex</i> è stato dichiarato formalmente illegale; per il <i>Cum-Cum</i> si è dovuto attendere il 2016. Ora la magistratura tedesca sta indagando sulle transazioni effettuate dal 2001 ipotizzando il reato di evasione fiscale. Secondo le stime, almeno <b>24,6 miliardi di euro</b> sarebbero stati frodati con il Cum-Cum, e <b>7,2 miliardi</b> con il Cum-Ex.<br />
<br />
Davanti a questo enorme flusso di denaro che per oltre 15 anni è sparito dalle casse pubbliche tedesche, stupisce che nessuna autorità abbia pensato di iniziare delle indagini, innescate solo dalla caparbietà di una giovane assistente amministrativa dell'ufficio delle imposte, che ha subito anche delle minacce per il suo lavoro.<br />
<br />
Lo scandalo sta avendo un notevole impatto visto che coinvolge istituti di credito come UniCredit/HypoVereinsbank, Commerzbank, WestLB, HSH-Nordbank ed ha già portato al fallimento della branca europea della canadese Maple-Bank. Secondo l'esperto di criminalità commerciale William Allison "si può dire che virtualmente tutte le principali banche tedesche sono state implicate in un modo o nell'altro".<br />
<br />
Dunque la Germania sta scoprendo la più grande frode commerciale della sua storia. Sicuramente i media italiani, sempre attentissimi al tema frodi e corruzione, staranno dando adeguata copertura alla notizia, giusto?<br />
<br />
Sbagliato.<br />
<br />
A parte un articolo sul Fatto Quotidiano di domenica, e uno nella sezione Economia & Finanza de La Repubblica risalente al 2013, le maggiori testate nazionali hanno semplicemente ignorato questa vicenda. Silenzio totale anche sul fronte delle testate giornalistiche televisive.<br />
<br />
Non sia mai che venga disturbata la narrazione ufficiale che vuole noi inevitabilmente corrotti, inetti, truffatori, e gli <i>übermensch</i> tedeschi sempre virtuosi, onesti e incorruttibili. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Fonti:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.dacbeachcroft.com/es/gb/articles/2017/february/cum-ex-trading-scandal-in-germany-a-huge-challenge-for-financial-institutions-and-the-insurance-industry/" target="_blank">https://www.dacbeachcroft.com/es/gb/articles/2017/february/cum-ex-trading-scandal-in-germany-a-huge-challenge-for-financial-institutions-and-the-insurance-industry</a><br />
<br />
<a href="http://vocidallestero.it/2017/06/10/frode-fiscale-in-germania-per-32-miliardi-proprio-davanti-agli-occhi-del-ministero-delle-finanze" target="_blank">http://vocidallestero.it/2017/06/10/frode-fiscale-in-germania-per-32-miliardi-proprio-davanti-agli-occhi-del-ministero-delle-finanze</a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://www.thelocal.de/20170608/germany-lost-32-billion-to-banking-and-broker-tricks-report" target="_blank">https://www.thelocal.de/20170608/germany-lost-32-billion-to-banking-and-broker-tricks-report</a><br />
<br />
<a href="http://www.bbc.com/news/world-europe-40199259" target="_blank">http://www.bbc.com/news/world-europe-40199259</a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.reuters.com/article/germany-dividends-idUSL8N1991BN" target="_blank">http://www.reuters.com/article/germany-dividends-idUSL8N1991BN</a><br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-68051884760063314312017-06-06T23:46:00.002+02:002017-06-06T23:46:26.699+02:00C'è la fila per comprare Alitalia. Ma non era un'azienda bollita?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6-Bk2QOwHCnExi6UjmBlRWzxlbIhyphenhyphenJx4IHpq1ZjJrGu2ObIB72ZNMBrSth0o5tlauMMNcCSRB5RxjJPrWnaxoDKzhq3uTjhvvnle9Y0HlobJJN1Nv2o1kT6XijSoMPsEh1iWjHYcn7po2/s1600/alitalia-avvoltoi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="487" data-original-width="800" height="242" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi6-Bk2QOwHCnExi6UjmBlRWzxlbIhyphenhyphenJx4IHpq1ZjJrGu2ObIB72ZNMBrSth0o5tlauMMNcCSRB5RxjJPrWnaxoDKzhq3uTjhvvnle9Y0HlobJJN1Nv2o1kT6XijSoMPsEh1iWjHYcn7po2/s400/alitalia-avvoltoi.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Oggi i commissari nominati dal governo per gestire la <strike>svendita</strike> ristrutturazione e la cessione di Alitalia si sono ritrovati dal notaio per conoscere le manifestazioni di interesse a rilevare la nostra ex-compagnia di bandiera. Con loro stessa sorpresa, <a href="http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2017/06/06/per-alitalia-32-manifestazioni-interesse_3d534e09-0aa8-4fce-8ffd-58c5878f8bcd.html" target="_blank">hanno contato ben 32 soggetti interessati</a> con varie modalità all'acquisto del vettore tricolore.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per il presidente dell'Enac Vito Riggio si tratta di un <i>"risultato oltre le aspettative"</i>. Per chi si rifiuta di guardare la realtà attraverso le lenti distorte dell'autorazzismo invece, la notizia non stupisce granché.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come già evidenziato <a href="https://ilsonnodellanazione.blogspot.it/2017/04/alitalia-ora-il-governo-ha-il-dovere-di.html">in un articolo precedente</a>, i problemi dell'ultima gestione Alitalia erano dovuti a scelte dirigenziali sbagliatissime soprattutto sui fronti di manutenzione, handling e assistenza passeggeri, carburante e locazioni. Ambiti specifici su cui è possibile intervenire. La compagnia è stata senz'altro gestita male, ma non è quel "carrozzone" fatto di stipendi di lusso, dipendenti parcheggiati a suon di raccomandazioni e sprechi senza fine che si è troppo a lungo dipinto. Un ritratto che forse era vero 30 o 40 anni fa, <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/29/alitalia-la-leggenda-dei-dipendenti-privilegiati-per-le-hostess-2mila-euro-al-mese-e-i-giovani-piloti-non-hanno-benefit/3548211/" target="_blank">non di certo ora</a>.<br />
<br />
A fronte di una situazione difficile ma non irrisolvibile, Alitalia ha molto da offrire: l'Italia è uno dei maggiori mercati d'Europa per il trasporto aereo - in aumento dal 2014 di circa il 4% annuo, la compagnia dispone di numerosi slot di assoluto prestigio (nonostante la "curiosa" vicenda <a href="http://www.huffingtonpost.it/2017/04/28/alitalia-rischia-il-fallimento-ma-etihad-potrebbe-averci-guadag_a_22059750/" target="_blank">di Londra Heathrow</a>) e di personale talmente qualificato <a href="http://webitmag.it/le-compagnie-asiatiche-vogliono-piloti-alitalia-offerti-fino-288-mila-dollari-annui_128164/" target="_blank">da essere finito nelle mire di diverse compagnie straniere</a>, cinesi in testa. Tutti elementi che la stampa qualunquista nostrana ignora, ma i 32 soggetti interessati all'acquisto della compagnia hanno ben chiari.<br />
<br />
Nel caso di Alitalia si è puntato i riflettori <a href="https://www.mbres.it/sites/default/files/resources/rs_Alitalia%201974-2014.pdf" target="_blank">sui costi fin qui sostenuti dallo Stato</a> (7,4 miliardi di euro in 43 anni, la metà di quanto regaliamo al Fondo salva-Stati OGNI ANNO), omettendo di dire quanto costerebbe per le nostre tasche - in termini di ammortizzatori sociali, distruzione dell'indotto e mancate entrate fiscali - sia la cessione a compagnie straniere, sia lo "spezzatino", sia il fallimento della compagnia.<br />
<br />
Ora, constatato che il problema dell'Alitalia non è strutturale ma manageriale, che la compagnia ha un valore superiore a quello contingente come attestato dall'alto numero di potenziali acquirenti, che la stessa non svolge solo un servizio commerciale ma garantisce anche servizi fondamentali per la nazione, che lo Stato ha già investito diversi miliardi per favorire privatizzazioni fallimentari, che l'attuale governo ha già impegnato 600 milioni di denaro pubblico (attraverso un prestito) per le "pulizie" in vista dell'ennesima cessione,<br />
<br />
<b>Non sarebbe opportuno chiudere il cerchio e riprendere il controllo pubblico della nostra compagnia nazionale?</b><br />
<b><br /></b>
Lo so, dopo decenni di bombardamento liberista per molti le parole "controllo pubblico" suonano come una bestemmia, qualcosa di cui non si può e non si deve parlare, eppure <b><a href="http://files/2016/12/report_partecipate_2014.pdf?title=Partecipate+pubbliche+in+Italia+-+23%2Fdic%2F2016+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf" target="_blank">i dati Istat</a></b> ci dicono che ogni anno le partecipate pubbliche portano nelle casse dello Stato circa 1 miliardo di euro di utili, e che la percentuale di aziende pubbliche in perdita è di 7,5 punti più bassa rispetto alle corrispettive aziende private (27,6% tra le pubbliche, 35,1% tra le private).<br />
Ciò dimostra che è assolutamente possibile per lo Stato controllare aziende e farle funzionare efficacemente per contribuire al bilancio nazionale. E' ciò che è accaduto per 70 anni ed ha permesso all'Italia di diventare un gigante economico mondiale.<br />
<br />
E' ciò che ancora accade tutti i giorni, nonostante tutto.<br />
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-119300916372519982017-06-02T19:45:00.002+02:002017-06-02T19:45:35.960+02:00La festa è finita<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP-H9GE0Nu3UitpK_gY29bTu9PU-Xe6fDlnzXy1nBZ1rbuvP1SqokuT77YNHgS7tUBJWOE4IDE6ZgZAyMHO58r5YFPF7KdWMg9cXth2OyaPTXm66RT3sc8iabEk8E99ymhfLkuBPOv5bdr/s1600/2giu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="700" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgP-H9GE0Nu3UitpK_gY29bTu9PU-Xe6fDlnzXy1nBZ1rbuvP1SqokuT77YNHgS7tUBJWOE4IDE6ZgZAyMHO58r5YFPF7KdWMg9cXth2OyaPTXm66RT3sc8iabEk8E99ymhfLkuBPOv5bdr/s400/2giu.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Un involucro svuotato.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
E' stata questa la sensazione prevalente nell'assistere oggi alla cerimonia per la Festa della Repubblica. Una festa mai particolarmente amata dalla nostra classe dirigente, tanto che per 24 anni si svolse alla chetichella ogni prima domenica di giugno, senza un vero giorno festivo, per non disturbare troppo.<br />
<br />
Quando venne ripristinata nella sua forma completa, fu per mano di uno degli artefici della desovranizzazione, quel Ciampi che guidò il riaggancio della lira al sistema Sme e rese possibile l'ingresso nella trappola dell'euro, di cui stiamo ancora pagando le conseguenze.<br />
<br />
Un inusuale attaccamento al più tradizionale immaginario patriottico, quello di Ciampi, quasi un'inconscia compensazione per l'incessante, sotterraneo lavoro di smantellamento dei gangli vitali dell'indipendenza nazionale, a cominciare da quello monetario.<br />
<br />
Da allora la festa del 2 giugno ha mantenuto la forma: la parata su via dei Fori Imperiali, l'immenso tricolore a decorare il Colosseo, la partecipazione popolare, ma ha perso via via la sostanza di momento di autocoscienza della Nazione e occasione per riconoscerci come popolo in un comune e specifico percorso storico che ci lega a tutte le generazioni passate e a quelle future. Nella nostra festa nazionale oggi non c'è più la Nazione e non potrebbe che essere così, visto che tutte le principali figure istituzionali attualmente in carica sostengono fermamente la diluizione della nostra specificità all'interno di entità più vaste e dai discutibili connotati democratici.<br />
<br />
Sia la festa della Repubblica che la Repubblica stessa sono - ormai da tempo - ostaggio di chi le cancellerebbe volentieri.<br />
<br />
E' così per il Presidente della Repubblica, ansioso di <a href="http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/mattarella-europa-va-completata-senza-passi-avanti-non-puo-durare-5e709258-487b-4857-9590-d76b15203da6.html" target="_blank">"completare la costruzione europea"</a>, è così per il Presidente del Consiglio, che sogna <a href="https://twitter.com/paologentiloni/status/230924443009028096" target="_blank">"gli Stati Uniti d'Europa"</a>. Per non parlare dei Presidenti di Camera e Senato, l'una tanto attaccata all'indipendenza nazionale da aver <a href="http://video.repubblica.it/politica/boldrini-via-i-lucchetti-dall-europa-a-schengen-il-lancio-simbolico-delle-chiavi/240447/240391" target="_blank">letteralmente lucchettato l'Italia al ceppo dell'Unione</a> per poi buttare le chiavi in un fiume, l'altro instancabile sostenitore della causa unionista <a href="http://moked.it/blog/2017/03/19/solidarieta-diplomazia-pluralismo-questa-la-ricetta-delleuropa/" target="_blank">al punto da attribuirle successi e meriti inesistenti</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non è dunque una sorpresa se proprio oggi giunge, per bocca di un Ministro della Repubblica, l'appello a compiere l'ennesimo passo verso la negazione del patto fondativo della nostra comunità nazionale: <a href="http://www.repubblica.it/politica/2017/06/02/news/non_rinunciamo_proprio_adesso_a_estendere_i_diritti-167024818" target="_blank">il passaggio dallo ius sanguinis allo ius soli</a>, la riduzione della nazionalità a semplice atto burocratico, il valore della cittadinanza, con il peso di doveri e responsabilità che comporta, ridotto a una notarella qualsiasi sulla carta d'identità.<br />
<br />
La macchina mondialista funziona a pieno regime, ed i terminali italiani hanno tutta l'intenzione di accelerare il più possibile per portare la nazione oltre la soglia di non ritorno prima che la maggioranza dei cittadini si renda conto del danno subito.<br />
La Repubblica non è mai stata così in pericolo dalla sua nascita come in questi anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Vaehttp://www.blogger.com/profile/00725871999195934637noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-87827636678257282392017-05-25T11:02:00.002+02:002017-05-25T11:02:15.852+02:00Le parole di Morrissey sulla strage di Manchester rompono la liturgia del terrore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCVlVki5Qogq0R2FgCf3EcvRb72OhtJIh0aVjCfxqGQjMfB7nZ4-G7IOiyBYL-Whki9SV_VonlzWPPOtYQ-u7qZfDS26IaYLOv1q9m0rejMH6j7mf5mWBFTlpJH8fVP_XnSlYtJY8gk8/s1600/122922164-412c7d3d-1700-45da-b6b2-a6658e841a6b.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="536" data-original-width="540" height="396" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKCVlVki5Qogq0R2FgCf3EcvRb72OhtJIh0aVjCfxqGQjMfB7nZ4-G7IOiyBYL-Whki9SV_VonlzWPPOtYQ-u7qZfDS26IaYLOv1q9m0rejMH6j7mf5mWBFTlpJH8fVP_XnSlYtJY8gk8/s400/122922164-412c7d3d-1700-45da-b6b2-a6658e841a6b.jpg" width="400" /></a></div>
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E' difficile trovare l'equilibrio necessario a scrivere di un argomento, quando quell'argomento è la strage deliberata di ragazzini. Il massacro feroce, la volontà di provocare dolore, disperazione, annientamento.</div>
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Il Terrore.</div>
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Eppure ancora una volta il mostro ha invaso la nostra vita, costringendoci a fissarlo negli occhi attraverso lo schermo di un cellulare, di un computer, di un televisore, sulle pagine dei giornali. E lunedì notte si è fatto carnefice di bambini e adolescenti, radunati per condividere un momento di divertimento al concerto di una cantante pop loro beniamina e quasi coetanea.<br />
<br />
Attorno ad ogni strage compiuta nel cuore delle città d'Europa nel nuovo millennio sembra essersi creato un macabro protocollo, una vera <b>liturgia del terrore</b>: prima c'è lo strazio di corpi macellati da bombe, squartati da tir o crivellati da colpi di mitra, poi il torrente di dichiarazioni ufficiali che sembrano ciclostilate per quanto si somigliano, impegni tanto solenni quanto vaghi, indignazioni e cordogli impeccabili nella forma e vuoti nella sostanza; infine arriva il diluvio di analisi che triturano l'evento, ne mescolano le cause, ne sterilizzano il senso e ne stravolgono l'essenza, finché il tutto viene sepolto ("<i>Tout est pardonné</i>") dalla marea delle notizie più fresche, in attesa del nuovo massacro.<br />
<br />
Con una presa di posizione <a href="https://www.facebook.com/Morrissey/posts/1349891061714098" target="_blank">decisamente lontana dal politicamente corretto</a>, l'ex-leader degli Smiths Morrissey ha voluto strappare il velo di questa liturgia, sottolineando come le parole delle autorità britanniche, pronunciate al riparo di apparati di sicurezza straordinari, suonino prive di significato alle orecchie delle persone comuni, sempre più spesso le uniche vittime del terrore.<br />
<br />
"Theresa May - scrive <i>Moz</i> - dice che questi attacchi 'non ci spezzeranno', ma la sua stessa vita è al sicuro di una bolla a prova di proiettile, e chiaramente lei non dovrà andare ad identificare nessun ragazzino negli obitori di Manchester oggi".<br />
<br />
Questo è uno dei punti principali su cui bisognerebbe riflettere: è possibile, davanti ad un terrorismo che ha scelto come unico obiettivo delle sue mattanze le persone comuni, meglio se indifese come i bambini, accontentarsi delle parole di routine di chi vive lontanissimo dal problema? Di chi dispone di una "bolla a prova di proiettile"? E le potenziali vittime del terrore possono accontentarsi di generiche parole di dolore e condanna, o devono iniziare a pretendere reazioni chiare e precise dai propri governanti?<br />
<br />
Ci viene detto che questa condizione di insicurezza e paura costante <a href="http://www.askanews.it/esteri/2016/09/22/gb-il-direttore-del-mi6-la-minaccia-terroristica-durer%C3%A0-decenni-pn_20160922_00025/" target="_blank">è destinata a durare decenni</a>, ma che noi non dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere. Come se il terrorismo fosse qualcosa al di fuori della nostra capacità d'intervento, qualcosa che non si può combattere, ma solo subire sperando che faccia meno danni possibili. Un fenomeno alla pari di terremoti e uragani.<br />
<br />
Eppure non è così. Le vite di Georgina, Saffie, Lisa, John, di tutte le vittime di Manchester e delle altre 600 in tutta Europa dal 2004 ad oggi non sono state stroncate da terremoti né da uragani, ma dalla mano di uomini invasati da un pensiero che è insieme ideologia politica e religione. Un pensiero che si annida nel mondo islamico sunnita in Medio Oriente e in Europa e non solo prevede, ma incoraggia come metodo di lotta l'omicidio di cristiani, induisti, atei e persino islamici di correnti diverse. <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Jih%C4%81d#Jih.C4.81d_offensivo" target="_blank">Il pensiero della Jihad</a>.<br />
<br />
I popoli nel mirino del jihadismo hanno il sacrosanto diritto di non essere presi in giro dai loro governanti con frasi di circostanza e inviti a comportarsi come se nulla fosse successo. Hanno il diritto di chiedere come mai dopo oltre 7 anni di conflitto le maggiori potenze militari del mondo sono ancora lontanissime dal piegare lo Stato Islamico, come mai jihadisti già noti ai servizi segreti girano tranquillamente per l'Europa dopo aver viaggiato in Libia, Siria o in altri territori sotto il controllo jihadista, come mai ancora si insiste a ripetere la bufala dei cani sciolti che si "radicalizzano" all'improvviso, come prendessero una strana malattia, e si minimizza la rete di connivenze e sostegni che emerge dopo ogni attentato, come mai si è rapidissimi nell'imporre sanzioni economiche e blocchi commerciali per i motivi più futili, ma non si prende nessuna misura <a href="http://www.today.it/mondo/finanziamenti-isis-arabia-saudita-qatar.html" target="_blank">contro lo stato più sospettato</a> di foraggiare l'Is ed il terrorismo in Europa.<br />
<br />
Al jihadismo non si può rispondere disegnando per terra con i gessetti,
né inondando i social network di bandiere delle nazioni colpite, né con
sit-in o concerti. Questi gesti sono buoni per riempire il minutaggio
dei telegiornali, magari anche per alleviare temporaneamente il dolore e
lo smarrimento, ma non hanno protetto Georgina, Saffie, Lisa, John e
gli altri ragazzini di Manchester e non proteggeranno neppure le
prossime vittime del terrore.</div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-88756509949305100242017-05-10T00:17:00.001+02:002017-05-10T09:52:17.425+02:00Vince Macron, nuova figurina nell'album globalista<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgslImmYGu2yZfRRr9njgTJ43K6gnNFFVKLKNYrYbYA0dYv8Q34FhiFx00dhyphenhyphens_IKvsRYdkdrxszmJPjGjLhDobxctyJFJXnU7O9SirWc586xjSSCm0QeVrFxEibBfEDEa3riAzJuPAWFs/s1600/leader.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgslImmYGu2yZfRRr9njgTJ43K6gnNFFVKLKNYrYbYA0dYv8Q34FhiFx00dhyphenhyphens_IKvsRYdkdrxszmJPjGjLhDobxctyJFJXnU7O9SirWc586xjSSCm0QeVrFxEibBfEDEa3riAzJuPAWFs/s400/leader.jpg" width="400" /></a></div>
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E così, dall'altro ieri la Francia ha deciso di non decidere.</div>
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Con un risultato che non lascia spazio a dubbi, Emmanuel Macron è diventato il nuovo presidente della Repubblica francese, l'uomo che nel prossimo quinquennio guiderà il paese transalpino lungo... <b>lo stesso binario</b> su cui era già stato costretto dai suoi predecessori.</div>
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Con questo successo, l'<i>Ancien Régime 2.0</i> mette a segno un punto pesante nella reazione alle <i>débacle</i> subite nel 2016, e puntella ancora per qualche tempo la sua creatura più ambiziosa, l'Unione Europea. Superato l'ultimo ostacolo delle elezioni parlamentari di giugno, l'élite avrà a disposizione cinque anni per proseguire anche in Francia il lavoro di smantellamento dei diritti fondamentali - a partire da quelli del lavoro - già in atto in tutta Europa e ironicamente chiamato "riforme strutturali".<br />
<br />
Scorrendo il <a href="http://formiche.net/2017/05/07/programma-economico-macron/" target="_blank">programma economico</a> dell'ex associato Rothschild & Cie si ritrovano tutti i dogmi del neoliberismo unionista: dall'ottuso inseguimento del mitologico 3% nel rapporto deficit/PIL all'abbattimento della spesa pubblica (annunciato per 60 miliardi tra tagli alla sanità e raffiche di licenziamenti negli enti locali), dalla <strike>precarizzazione</strike> flessibilità del lavoro da ottenere perfezionando la tanto amata <i>Loi Travail</i> alle immancabili chiacchiere sul cuneo fiscale.<br />
<br />
E' dai tempi di Tony Blair che queste ricette rimbalzano per tutto il continente, ripetute sempre identiche di volta in volta da facce diverse, come una pessima poesia di Natale. Ed è da allora che puntualmente falliscono, trascinando nel fango il politico di turno che per scelta o imposizione le aveva fatte proprie. Salvo tornare poco dopo in bocca al "volto nuovo" del momento. L'immagine di copertina di questo articolo comprende solo alcuni tra i personaggi che, in un modo o nell'altro, sono stati parte di questo meccanismo. L'ostinato ossequio delle Tavole della Legge liberista ha portato in venti anni alla distruzione delle maggiori famiglie politiche europee, quella popolare e quella socialista, punite dagli elettori per essersi tramutate in due facce della stessa (indigesta) moneta.<br />
<br />
Dopo aver cooptato alla propria agenda popolari e socialisti causando l'estinzione di entrambi, con Macron l'establishment diventa autosufficiente e impara a produrre da sé figure in grado di raccogliere un grande consenso pur senza avere alle spalle nient'altro che marketing. <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/En_Marche_!" target="_blank">En Marche!</a>, il movimento del neopresidente, è nato solo 13 mesi fa con connotazioni volutamente ambigue (<a href="http://www.ilfoglio.it/esteri/2017/03/30/news/francia-macron-costruisce-il-suo-partito-en-marche-127762/" target="_blank">“no partisan”</a> è stato uno dei suoi primi slogan) e una struttura talmente leggera che al confronto i club di Forza Italia del '94 sembrano il PCUS.<br />
Lo stesso Macron ha un concetto molto particolare del processo democratico, avendo dichiarato nel settembre 2015 che passare per le elezioni è "<a href="http://www.lepoint.fr/politique/pour-macron-passer-par-l-election-est-un-cursus-d-un-ancien-temps-28-09-2015-1968726_20.php" target="_blank"><i>un cursus d'un ancien temps</i></a>" (un processo che appartiene a tempi antichi).<br />
<br />
In realtà un tentativo simile era già stato fatto proprio da noi con Monti, ma in quel caso si era sbagliato l'ordine degli eventi, portando "l'uomo nuovo" prima al governo e poi a fondare il "partito nuovo". Al momento delle elezioni i cittadini avevano già assaggiato troppa della cura neoliberista, e l'entusiasmo per la novità aveva lasciato il posto all'insofferenza. Nel caso francese l'errore è stato corretto: Macron è uscito dal governo con il giusto anticipo perché il suo ricordo affievolisse, poi ha fondato il "partito nuovo" e solo alla fine è tornato al governo come "uomo nuovo". Quando arriverà il rigetto popolare sarà troppo tardi: a meno di un imprevedibile terremoto politico, la Francia è stabilizzata fino al 2022.<br />
<br />
Cosa ci aspetta dunque per i prossimi anni?<br />
<br />
Intanto è scontato un ulteriore rafforzamento della leadership tedesca sul continente: Macron non fa mistero di voler rinsaldare il blocco franco-tedesco, ma dimentica che in ogni associazione tra un creditore e un debitore, il primo detta le regole ed il secondo non può far altro che obbedire.<br />
<br />
Il processo di costruzione unionista quindi dovrebbe continuare esattamente come previsto a Berlino, puntando sul deprivare velocemente e irrimediabilmente gli Stati Nazionali di più potere possibile (personalmente sono più che preoccupato dalle voci insistenti di una "<a href="http://www.agi.it/estero/europa/2017/03/07/news/ora_la_difesa_comune_europea_pi_vicina-1559287/" target="_blank">difesa</a>" e di una <a href="http://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/interviste/2015/01/gentiloni-un-unica-intelligence-europea-nazione-carlino-giorno.html" target="_blank">"intelligence comune"</a>, essendo il monopolio della violenza uno dei poteri essenziali di ogni Stato), senza effettuare l'unico passo che davvero potrebbe iniziare un ipotetico percorso di unione continentale: la condivisione dei debiti pubblici. Ogni estorsione di sovranità verrà effettuata scavalcando il volere popolare e ricorrendo alla formula del trattato.<br />
<br />
La questione Brexit verrà, molto probabilmente, affrontata nell'ottica della vendetta cercando di far pagare ai britannici il prezzo più salato possibile, come monito agli altri popoli che carezzassero l'idea di uscire dalla gabbia. La ben nota intransigenza tedesca, rinvigorita dallo scudiero francese, spingerà ancora di più il Regno Unito verso lo storico alleato d'oltreoceano.<br />
<br />
In campo internazionale è prevedibile una nuova fiammata anti-Assad, con altre accuse e nuovi casus belli volti a completare il rovesciamento del governo alawita e la destabilizzazione siriana. Con buona pace della Russia, che non uscirà ancora a lungo dal mirino degli esportatori di democrazia.<br />
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Per i ceti medio bassi francesi, invece, si apre un quinquennio di lacrime e sangue, al termine del quale mantenere le forze sovraniste al solo 33,90% della Le Pen sarà già un miracolo.<br />
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Ma per allora sarà già stato confezionato un altro "uomo nuovo", pronto a guidare con il suo "partito nuovo" il paese verso la luminosa strada del futuro sconfiggendo i vili "agitatori di paure" che vogliono "tornare del passato"...</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3166451756763650211.post-70750465577971411462017-04-25T23:35:00.000+02:002017-04-25T23:35:05.971+02:00Alitalia: ora il Governo ha il dovere di intervenire<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_0M908BSyeS57PRCpYro5Tx9gbrkkNYYPxSownkcGSJrz1QxPa3yNJNQujRFJYG8ohGe673A9QMyIDACrP2E92UL6PPLk1iIT9iIWRAJZ_QXbogiEBUC_Z51a85XQFiVV21xeeyjVr-U/s1600/Aereo-volo-decollo-alitalia.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_0M908BSyeS57PRCpYro5Tx9gbrkkNYYPxSownkcGSJrz1QxPa3yNJNQujRFJYG8ohGe673A9QMyIDACrP2E92UL6PPLk1iIT9iIWRAJZ_QXbogiEBUC_Z51a85XQFiVV21xeeyjVr-U/s400/Aereo-volo-decollo-alitalia.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
Immaginate se in un derby di calcio una delle due squadre decidesse di affidare la propria porta ad un portiere tesserato con la squadra avversaria: sarebbe assurdo, vero?</div>
<div style="text-align: justify;">
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Ecco. Questo è esattamente ciò che potrebbe accadere se il governo insistesse nell'ottuso rifiuto di rilanciare Alitalia con un intervento diretto.</div>
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Facciamo un passo indietro: dopo una lunga e travagliata crisi, di cui potete leggere i dettagli <a href="http://www.lintellettualedissidente.it/italia-2/alitalia-un-destino-segnato-venticinque-anni-fa/" target="_blank">qui</a>, il 24 aprile scorso il destino della ex compagnia di bandiera è stato rimesso al risultato di un referendum, nato dall'accordo tra management, governo e sindacati maggiori e sottoposto al voto degli <span class="entry-content">11.602 lavoratori della compagnia.</span></div>
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<span class="entry-content"><br /></span></div>
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<span class="entry-content">Referendum dal vago retrogusto di ricatto, in quanto i dipendenti Alitalia erano chiamati a scegliere tra un "piano di risanamento" il cui costo sarebbe andato a cadere tutto sulle loro spalle a colpi di licenziamenti e tagli di stipendi, e l'alternativa ancora peggiore del fallimento e della svendita a tranci della società.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="entry-content"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="entry-content">Una scelta tra la padella e la brace, insomma. Puro <a href="http://tg24.sky.it/economia/2011/01/13/fiat_referendum_mirafiori_per_cosa_si_vota_tutto_sul_nuovo_contratto_nodi_scontro.html" target="_blank">stile Mirafiori</a>, verrebbe da dire. A far sentire bene il freddo della canna di pistola sulle tempie dei lavoratori ci aveva pensato il governo stesso, precisando più e più volte che se questi avessero rifiutato l'ennesimo colpo di scure sui propri stipendi, non avrebbe mosso un dito in loro soccorso.</span><br />
<span class="entry-content"><br /></span>
<span class="entry-content">Ma, nonostante tutto, <b>i dipendenti Alitalia hanno dimostrato coraggio e dignità</b> bocciando la proposta/ricatto a larghissima maggioranza.</span><br />
<span class="entry-content"><br /></span>
Ed a ragione, visto che nella crisi della compagnia aerea, come documentato puntualmente dal prof. Gaetano Intrieri in <a href="http://www.avionews.it/index.php?corpo=see_news_home.php&news_id=1177920" target="_blank">questo articolo per Avionews</a>, <b>IL COSTO DEI DIPENDENTI NON E' IL PROBLEMA</b>. Le difficoltà di Alitalia sono imputabili a scelte manageriali scriteriate, con costi di manutenzione, noleggio di beni terzi, handling e assistenza passeggeri decisamente superiori alla media internazionale. Non c'entra niente la corruzione, non c'entra niente il nepotismo, non c'entra niente lo Stato sprecone, non c'entrano niente tutte le cazzate qualunquiste usate come cavallo di Troia per distruggere la nostra industria nazionale e (s)venderne i pezzi più ghiotti all'estero a colpi di ultraliberismo.<br />
<br />
Ora si apre la strada del commissariamento, poi quella assai probabile del fallimento, con relativa cannibalizzazione degli asset più remunerativi da parte delle compagnie aeree estere. Un'ipotesi che qualsiasi governo con un po' di spina dorsale eviterebbe senza neppure discutere, perché è assurdo lasciar morire una compagnia aerea che dispone ancora di potenzialità importanti, oltre che di un <i>know how</i> di tutto rispetto, per l'incapacità del suo gruppo dirigente. In ballo non c'è solo il futuro degli 11.000 lavoratori, ma un pezzo importante della nostra strategia dei trasporti, che rischia di essere sottratto al controllo nazionale ed affidato a prezzi di saldo nelle mani dei nostri concorrenti.<br />
<br />
L'Italia è la quinta nazione in Europa per traffico aereo con <a href="http://it.reuters.com/article/topNews/idITKBN16H260-OITTP" target="_blank">164 milioni di passeggeri nel 2016</a>, la nostra naturale vocazione turistica attira ogni anno circa 50 milioni di visitatori - la stragrande maggioranza attraverso gli aeroporti: vogliamo essere noi a regolare questo immenso flusso di persone, indirizzandolo sugli scali più utili alle esigenze delle nostre aziende e della nostra economia, o vogliamo che a decidere per noi siano i nostri diretti concorrenti in base alle loro necessità?<br />
<br />
Vogliamo un portiere della nostra squadra a difendere la nostra porta, o ci sentiamo più sicuri con il portiere della squadra avversaria tra i pali?</div>
Unknownnoreply@blogger.com0