venerdì 20 maggio 2016

In morte di un anti-italiano



Marco Pannella si è spento ieri a Roma dopo una lunga malattia.

Protagonista della vita politica italiana per vari decenni, animatore di battaglie su temi etici e sociali, fondatore del Partito Radicale, ultima delle principali figure parlamentari della prima Repubblica, a lui va riconosciuto l'impegno instancabile per permeare la società della sua visione del mondo e la costante ricerca di provocazioni comunicative, che si trattasse della tribuna politica silenziosa del 1978, dei numerosi scioperi della fame e della sete o della distribuzione del denaro ricevuto tramite il finanziamento pubblico.

Al di là del naturale rispetto di fronte alla scomparsa di un essere umano, e di quello dovuto all’abilità ed alla caparbietà nel diffondere le proprie idee, non si può ignorare quanto negativo l’impatto di queste sia stato nella società italiana. Il montante peso dell’individualismo a discapito della concezione comunitaria, le interminabili liste di cosiddetti “diritti civili” imposti come traguardi inevitabili già inscritti nel corso della Storia, rispetto cui ogni opposizione non è opinione contraria ma oltraggio e reato, la conseguente semplificazione del panorama politico in “conservatori aggrappati al passato” e “innovatori consapevoli dell’unico futuro possibile”, sono tutti frutti avvelenati che le battaglie di Pannella hanno contribuito a far maturare.

In questo senso Marco Pannella era un sincero e irriducibile anti-italiano: la sua intera biografia denuncia il costante impegno nello scardinare i gangli costitutivi che trasformano un agglomerato di individui in popolo e nazione e il sostegno al primato dell’uno sui molti, del desiderio sulla ragionevolezza, del qui e ora sulla lungimiranza.

Il suo, tuttavia, non era becero sentimento anti-italiano intriso di auto razzismo, come quello che trasuda troppo spesso da certi intellettuali nostrani, di spirito talmente provinciale da odiarsi per non essere nati a Parigi, Londa o New York; se Pannella fosse nato negli USA sarebbe stato anti-americano, e anti-francese fosse nato oltralpe, perché nella sua visione del mondo concetti come identità di popolo e nazione erano totalmente assenti, al punto che nel 1989 volle dare alla sua fazione il nome di "Partito Radicale Transnazionale" per rendere ancora più esplicita la lotta per la creazione di leggi “universali” da imporre al di sopra di ogni specifica cultura e società.

Per Pannella, coerente con i suoi principi liberali e libertarie, le nazioni erano un intralcio da consegnare quanto prima all'archivio della storia, in favore di una nuova organizzazione delle società che vedesse applicati ovunque gli stessi principi, gli stessi valori. Non a caso tra i testi ispiratori del Partito Radicale ha grande importanza il Manifesto diVentotene, padre dell'Europa Unionista cancellatrice di Patrie.

Superamento delle nazioni quindi, e superamento anche degli Stati, da ridurre ai minimi termini attraverso il progressivo restringimento degli ambiti di competenza. Sotto questo punto di vista la sua opera sembra costituire una sorta di “braccio sociale” perfettamente complementare al “braccio economico” delle imperanti teorie liberiste e destinato a chiudere in una stretta mortale l’assetto statuale per come si era definito a partire dal XIX secolo.

Società così disarticolate, atomizzate in una miriade di individui intenti solo a rivendicare il proprio particolare interesse del momento, espongono totalmente le categorie più deboli all’aggressione di quelle più forti, in possesso di risorse tali da imporre la propria volontà in modo sempre più marcato. Senza il diaframma degli Stati a porre sostegno e protezione ai più deboli, si torna al dominio del più forte, e tutti i diritti secondari conquistati vengono sterilizzati dalla cancellazione di quelli fondamentali: lavoro, pensione, salute, istruzione. 

Per questo, pur rispettando l’uomo Marco Pannella, il migliore auspicio che si possa fare oggi è che la sua concezione di società possa presto lasciare il posto ad una più coesa, sociale, giusta.

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