lunedì 18 dicembre 2017

Salta l'emendamento svendi-demanio, ma è fondamentale tenere alta la guardia.

Palazzo Caprara, Roma. Fino a ieri proprietà del popolo italiano, da domani apparterrà all'Emiro del Qatar.
Fortunatamente, dopo la levata di scudi delle opposizioni parlamentari e della parte più attenta dell'opinione pubblica, è durato solo qualche ora l'emendamento inserito alla chetichella nella Legge di Bilancio che consentiva la cessione di beni demaniali (ovvero di proprietà di tutti noi) a Stati esteri. Il viceministro all'Economia lo ha ritirato in serata spiegando che in realtà sarebbe stato riferito alla sola vendita di Palazzo Caprara a Roma, fino alla scorsa estate sede del nostro Stato Maggiore della Difesa ed ora destinato ad ospitare l'Ambasciata del Qatar.

Dobbiamo credergli?

Possiamo credere alle parole di un membro del governo il cui premier, da Ministro degli Esteri e solo una manciata di mesi fa, ha avallato in scandaloso silenzio la cessione delle nostre acque territoriali alla Francia?

Possiamo fidarci dei chiarimenti di un esponente di quel partito che, ogni volta che ha avuto responsabilità di governo, non ha esitato a mettere sul mercato i pezzi più pregiati della nostra economia? Di chi ha voluto svendere aziende come Telecom, Iri, Enel, Alitalia, Autostrade, ottenendo il bel capolavoro di far perdere a tutti noi la bellezza di 40 miliardi di euro?
Di chi non ha saputo o voluto capire che una delle chiavi del decennale benessere italiano stava nella forza e nella capacità delle sue aziende pubbliche, uniche ancora oggi in grado di crescere e svilupparsi?

Naturalmente non sono in grado di sapere se si sia trattato di una semplice svista, di un emendamento scritto male o quant'altro, ma sono sicuro che soprattutto in questa fase sia vitale mantenere la guardia più alta possibile nei confronti di qualsiasi iniziativa volta a cedere strutture, beni o prerogative nazionali, in qualunque forma ed a qualunque scopo queste iniziative si manifestino.

Nessun commento:

Posta un commento