mercoledì 28 gennaio 2015

50 volte il primo bacio



All'inizio fu Tony Blair. Era il 1997 e il nuovo leader dei laburisti inglesi, capace di mettere fine a 18 anni di governo conservatore, conquistava la sinistra italiana ed europea con il suo aspetto giovanile e le sue idee "innovative". L'amore fu grande, ma finì sotto le bombe in Afghanistan e soprattutto in Iraq.

Dopo sette anni sbocciò un nuovo amore, questa volta di sangue latino: José Luis Rodriguez Zapatero, il leader socialista dai magnetici occhi blu, diventava un po' a sorpresa primo ministro della Spagna a pochi giorni dal terribile attentato di Madrid. Quello per Zapatero fu un amore viscerale, e le prime mosse del leader veri sussulti di piacere: ritiro del contingente spagnolo dall'Iraq, via libera ai matrimoni omosessuali con relative adozioni, sperimentazione medica della cannabis, persino una riforma della tv che in qualche modo finiva per danneggiare gli interessi di Mediaset in Spagna. Negli anni del lavaggio del cervello berluscones - antiberluscones ce n'era abbastanza per perdere la testa!
Storditi da tanto ardore riformista, i più non si accorsero però che c'era un settore in cui il querido lider non si discostava di una virgola dai popolari brutti e cattivi che l'avevano preceduto: l'economia. Mentre si levavano peana generici al boom economico della Spagna, Zapatero aumentava la flessibilità del lavoro con un proto-Jobs Act e rendeva più semplici i licenziamenti. La crisi del 2008 fu una doccia gelata: il boom spagnolo era un clamoroso bluff basato su una bolla immobiliare senza precedenti, e i tanti innamorati di Zapatero sbatterono il grugno contro una realtà fatta di 4 milioni di disoccupati, debito privato al 177% del Pil e debito pubblico raddoppiato.

Le dure batoste continentali portarono i negletti a guardare oltreoceano, dove stava nascendo l'astro di Barack Obama. Era il 2009 e la crisi era appena agli inizi, il primo candidato di colore alla presidenza degli Stati Uniti sembrava il messia giunto per porre fine al regno del male di Bush e portare pace e prosperità nel mondo con la nuova religione dello Iesuichén (che qualcuno da noi tentò di copiare con un mesto "Si può fare"). Stavolta l'infatuazione fu planetaria, ed il sigillo arrivò con il primo premio Nobel per la pace preventivo della storia. Grande l'amore, difficile il distacco, e così solo dopo aver assistito ai lunghi tentennamenti in politica interna ed alle varie marachelle qua e là per medio oriente, africa mediterranea e Ucraina la passione si spense in tiepida amicizia.

Nel frattempo in Europa, all'ombra della Tour Eiffel, germogliava il nuovo amore per François Hollande. Socialista come Zapatero, Hollande era più borghese, più compassato, e l'amore per lui fu meno travolgente rispetto a quello per i suoi predecessori. Con lo spagnolo condivideva però le strategie di seduzione: ritiro del contingente dall'Afghanistan, più tasse "per i ricchi", pensione a 60 anni, matrimoni e adozioni gay, con in più la novità della lotta all'austerità, che dopo 6 anni di crisi continentale suonava come qualcosa di rivoluzionario. “Io rinegozierò il trattato siglato dal presidente uscente e dai capi di Stato e di Governo europei” diceva nel momento della sua elezione. Anche quella storia finì male.

Negli ultimi mesi la scintilla ha ripreso vigore, stavolta in direzione di Atene, dove un giovane di nome Alexis Tsipras ha risvegliato nuovamente la passione. Tsipras non è socialista (né comunista) ma più genericamente "di sinistra radicale", non porta la cravatta e le sue promesse contemplano tra l'altro il ritiro dei contingenti greci in Afghanistan e Balcani, più tasse "per i ricchi", depenalizzazione del consumo di droghe e lotta all'austerità. L'ultimo è il punto qualificante che gli ha permesso di ottenere il governo della Grecia appena due giorni fa: "L'austerità della Troika è finita" si è affrettato a dire appena saputo della sua vittoria. E molti in Italia hanno provato un brivido di piacere.

E' decisamente troppo presto per prevedere se anche questa storia d'amore finirà con piatti rotti e volo degli stracci e si spera, soprattutto per il popolo greco, di poter vedere almeno stavolta un lieto fine.
I precedenti però sono tanti.
E tutti tremendamente sfavorevoli.

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