venerdì 2 gennaio 2015

L'Unione bifronte


E così, dal 1 gennaio la Lituania è il 19° paese della zona euro.

Naturalmente la grancassa di regime non si è fatta attendere, e sulla stampa nostrana è tutto un fiorire di "feste", "conquiste", "innamoramenti" e via dicendo, a sottolineare quanto fascino abbia ancora la moneta unica agli occhi di chi non ce l'ha.

Ma è davvero così?

Secondo Eurobarometro... no. In un sondaggio svolto tra il 4 ed il 6 settembre 2014, è emerso che:

- 4 lituani su 10 ritengono la propria nazione non pronta ad introdurre l'euro;
- il 48% degli intervistati ritiene che l'euro avrà conseguenze negative per la Lituania e solo il 44% ritiene l'opposto;
- il 45% teme ripercussioni personali negative in seguito all'adozione della moneta unica, contro un 37% fiducioso;
- il 49% è contrario all'euro, contro un 47% favorevole.

Sono risultati che non inspirano grandi "feste" né "innamoramenti", ed esprimono per lo più incertezza e timore della popolazione lituana rispetto alla moneta unica. Incertezza e timore cui la quasi totalità dell'arco politico lituano risponde con un ottuso eurottimismo, vecchio film già visto anche qui in Italia dove si favoleggiava di lavorare un giorno di meno guadagnando come se si lavorasse un giorno di più e altre castronerie simili. Abbiamo visto com'è andata a finire.

In generale, sembra che alla base dell'adesione non ci siano tanto motivi economici, quanto piuttosto il desiderio di stringere maggiormente i legami atlantici in chiave antirussa, come sottolineato dal governatore della Banca Centrale Lituana Vasiliauskas: «L’euro è uno strumento per una nostra maggiore integrazione: più vicini siamo all’Occidente, più lontani siamo dall’oriente». I rapporti tra Mosca e Vilnius infatti sono quantomai freddi, con la prima che ha esplicitamente etichettato la seconda come «terrorista» in merito alla vicenda ucraina, nonostante da Mosca dipendano ancora circa il 20% delle esportazioni lituane e la quasi totalità degli approvvigionamenti di gas.

Per quanto riguarda le aspettative economiche dei governanti lituani riguardo a questa mossa, viene riproposto il solito specchietto per le allodole che ha già fregato le opinioni pubbliche di tanti paesi: abbattimento dei tassi d'interesse dei titoli di stato, maggiore capacità di attirare capitali esteri, azzeramento dei costi di cambio. Peccato che sul lungo periodo questi apparenti benefici risultino di gran lunga inferiori ai costi, sia economici che di restrizione della sovranità, della moneta unica...

Di certo per ora, e per qualche tempo ancora, la Lituania si godrà il volto rassicurante dell'Unione Europea, coccolata ed esibita come un trofeo. Speriamo che non debba in futuro vedere l'altro volto di Bruxelles, quello che da anni ringhia sulla Grecia imponendo sacrifici sanguinosi quanto inutili.

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