mercoledì 21 gennaio 2015

Illusionisti



Il commissario Ue per gli affari economici Pierre Moscovici: «Più flessibilità all’Italia ma fate gli sforzi per le riforme»

E' dunque arrivata la tanto attesa flessibilità, quella che farà ripartire occupazione-e-crescita e metterà la parola fine alla crisi di questo piccolo, sofferente lembo di terra. Sort of.

Nello specifico l'Italia dovrà fare sforzi per ridurre il rapporto deficit/Pil non più dello 0,5%, come precedentemente stabilito, ma "solo" dello 0,25%. In cambio di questa generosa concessione, Bruxelles si attende una prova di fedeltà da parte dei sudditi italiani: le agognatissime "riforme".

Le stesse riforme iniziate con il governo Monti e proseguite, seppur con minore lena, dal duo Letta - Renzi. Le stesse riforme che non hanno aiutato di una virgola la riduzione del debito (che ha continuato bellamente a crescere).
Le stesse riforme che non hanno aiutato di una virgola l'aumento del Pil (che ha continuato a scendere).

Le favolose riforme che dietro le parole magiche "competitività", "lotta agli sprechi", "flessibilità" nascondono tagli ai salari, annientamento delle pensioni per le generazioni che oggi hanno 30-40 anni, abrogazione anche dei più elementari presidi di Stato Sociale, quelli per intenderci che hanno caratterizzato la politica di quasi tutte le nazioni Europee ed in particolare dell'Italia nel secolo scorso, garantendo oltre 50 anni di benessere diffuso.

Eccolo qua il gioco di prestigio, l'illusione trasmessa a reti unificate: da un lato si distrae la platea con qualcosa di apparentemente positivo, un mero diversivo reso però abbagliante dai riflettori dei media, dall'altro si colpisce non visti il vero obiettivo: il benessere, il risparmio, le tutele, i servizi: tutto ciò che forma la qualità stessa della vita della platea.


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